Marcel Proust appare in un filmato del 1904

Daniele Abbiati

Mondano e «social» avant la lettre com'era, oggi un video del genere lo metterebbe subito su facebook, interrompendo il lavoro al book della sua vita. Così, un altro piccolo frammento di tempo (un minuto circa) non andrebbe perduto.

Il 14 febbraio 2017 è una data fausta per i proustiani di ogni ordine e grado. Segna infatti l'«esordio» ufficiale in video del loro idolo. Merito di Jean-Pierre Sirois-Trahan, un docente all'Università di Laval, nel Québec, in Canada, il quale, visionando un filmato degli archivi del «Centre National du Cinema» di Parigi, vi ha riconosciuto fra gli altri proprio Marcel Proust, in bombetta e cappottino chiaro. E si è precipitato a informarne la Revue d'études proustienne, provocando una mezza sincope al direttore, Luc Fraisse, nonché, di lì a poche ore, a Jean-Yves Tadié, il biografo di Marcel. I quali, emozionatissimi, concordano: «C'est lui!».

È il 14 novembre del 1904 e al castello di Bois-Boudran, presso Fontenailles, nel dipartimento Seine-et-Marne, si festeggiano le nozze fra Élaine Greffulhe (figlia di Elisabeth, il modello di Oriane, la duchessa de Guermantes della Recherche) e Armand de Gramont, duca di Guiche. Ecco un tappeto, presumibilmente rosso, ça va sans dire, che copre i gradini del castello. Ecco i fotografi con i loro cilindri, i loro baffi a manubrio e le loro ingombranti macchine che si affrettano, insieme ad alcuni alabardieri, a precedere la discesa di parenti e ospiti per immortalarli. Ecco gli sposi (lui si ripara dal sole con il cappello e scruta per un attimo alla sua sinistra). Ecco l'inconfondibile sagoma del conte de Greffulhe (modello del duca di Guermantes) con quel combinato disposto di capelli e barba che lo fa tanto somigliare a un gufo, a braccetto della consorte, fascinosa quarantaquattrenne. Via via, tutti gli altri.

Fra gli altri, ecco spuntare, per due, tre secondi, un

giovane uomo sui trent'anni. Baffetti, pallido, mingherlino. Si affretta e sorpassa un paio di persone. Vuole vedere tutto, sapere tutto, annotare tutto nell'archivio della memoria. Per poi scrivere pagine indimenticabili.

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