Un mix tra canto e recitazione Quanti applausi per «Tangeri»

Tiberia de Matteis

Pochi elementi scenici essenziali, eleganti e pertinenti proiezioni, la magia della musica, il talento canoro e interpretativo di un artista completo e duttile come Gianni De Feo creano l'incanto dello spettacolo Tangeri, scritto da Silvano Spada e in scena all'Off/Off Theatre di Roma fino a domani. Due storie si intrecciano per partorirne tante altre: uno scrittore di oggi cerca in un trasferimento a Tangeri l'opportunità di cessare un'esistenza da «manichino senz'anima» e trova nella biografia dolente del cantante e ballerino spagnolo Miguel de Molina un rispecchiamento destinato a mutarsi in un'immedesimazione. Gianni De Feo presta la sua voce sublime e densa di colori a un continuo passaggio dal racconto affabulatorio all'esecuzione canora in un trasformismo sorvegliato e coinvolgente che dà corpo e vita a ogni personaggio.

La partitura sonora spazia dalla chitarra classica al barocco di Vivaldi, dal minimalismo di Philip Glass al tango argentino, in perfetta simbiosi con la drammaturgia che evoca le tormentate atmosfere spagnole fra gli anni Trenta e i Quaranta, sino all'approdo oltreoceano di Miguel de Molina, sepolto, infatti, a Buenos Aires. Applauditissimo.

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