
Se l'una, Elly Schlein, forse per esorcizzare le divisioni, ripete ogni due per tre il mantra "testardamente unitario", l'altro, Giuseppe Conte, dà le carte e smonta lo schema di un campo largo precostituito. Gli ultimi fuochi, il presidente del M5s, li ha accesi davanti alla platea della Festa del Fatto Quotidiano, dove ha messo in chiaro - per l'ennesima volta - che attualmente non c'è un'alleanza organica con i dem. Elly Schlein, dalla Festa dell'Unità, invece insiste, pur ammettendo che la coalizione è ancora in fieri: "Riusciremo a costruire l'alleanza, uniti batteremo la destra, non gli faremo più il favore di dividerci".
Un weekend di palchi incrociati, per Conte e Schlein, in cui, tra sabato e domenica, i due leader si sono avvicendati alla Festa dell'Unità a Reggio Emilia e alla kermesse romana del giornale diretto da Marco Travaglio. Tra gli applausi del pubblico del Circo Massimo, Conte usa parole limpide. "Col Pd non siamo alleati, stiamo creando un progetto politico per mandare a casa Meloni", sottolinea l'avvocato, machiavellico. Non una coalizione, dunque, ma un'aggregazione messa su "non dichiarando a priori che siamo alleati". Come dimostrato dai diktat di Conte per appoggiare i candidati dem nei territori, "lavoriamo regione per regione per costruire un progetto". Poi la velata ironia che può apparire come un riferimento a certa simbologia botanica del centrosinistra del passato, dalla Quercia dei Ds all'Ulivo di Romano Prodi: "Non ci possiamo dichiarare alleati, noi siamo una forza diversa, abbiamo una storia diversa dalla Quercia coi cespugli intorno". Il metodo M5s, che si è visto nelle modalità che hanno portato all'appoggio ai candidati dem di Marche, Puglia e Toscana, viene rivendicato dall'ex presidente del Consiglio: "Se trovavamo il candidato ritenuto per noi credibile, competitivo abbiamo chiuso". Via libera al campo largo, quindi, a patto che siano nel programma proposte come il reddito di cittadinanza regionale. E c'è da scommettere che, anche in vista delle prossime elezioni politiche, Conte voglia riproporre lo stesso "metodo".
Di fatto, i toni sono molto diversi da quelli di Schlein. "Riusciremo a costruire l'alleanza progressista", dice la segretaria dem, fischiata sabato dalla platea del Fatto mentre parlava di Ucraina. Eppure, la leader dem, dalla chiusura della Festa dell'Unità a Reggio Emilia, insiste: "Non perdiamo tempo in competizioni fra di noi, ogni minuto passato in polemiche al nostro interno, del partito e della coalizione, è un minuto in meno speso a pungolare il governo sulle sue mancanze e sulle sue divisioni". E le sue parole sembrano un controcanto diretto a Conte, che invece avverte: "Faremo di tutto per evitare accozzaglie e armate Brancaleone". "Diamoci tempo, ma non all'ultimo momento", incalza Schlein dal canto suo. I due, però, sembrano d'accordo sul conflitto tra Israele e Hamas.
La leader dem chiede sanzioni a Gerusalemme e se la prende con "il doppio standard" tra Putin e Netanyahu, quindi si collega con la Flotilla, dove sono imbarcati i dem Annalisa Corrado e Arturo Scotto, che definiscono la spedizione come "la più grande missione umanitaria degli ultimi tempi".