Cultura e Spettacoli

Mughini, ritratto di un intellettuale in forma di libro

Ventimila libri e zero follower, Giampiero Mughini - narrant - abita in una splendida casa romana, tra Monteverde e un'Italia che declina. Da una parte scorre il Tevere, dall'altra i ricordi di un gran secolo stipato di invenzioni e rivoluzioni, idee e ideologie, futuri e futurismi, demoni e rabbie, miti e icone, donne belle e cattive, errori e orrori, sogni e meraviglie. Figlio del Novecento, siciliano di Roma, scrittore per vizio e giornalista per caso, Mughini nelle sue stanze ha raccolto negli anni pezzi di design, fotografie, grafiche e manifesti, da Dudovich a Depero: arte e carte. Soprattutto libri: alcuni rari per tutti, altri solo per se stesso (che di solito sono i più belli).

In via Segneri c'è un collezionista.

Esperto della miglior editoria del Novecento, amante dell'art nouveau, così appassionato della cultura colorata (fra Gaetano Pesce e il pop) da potersi permettere di sognare in bianco e nero, Mughini «è» i suoi libri. Quelli che possiede - alcuni unici, anche dopo l'alienazione della collezione futurista - e quelli che ha scritto, dagli anni Settanta (erano i tempi della peggio gioventù, e c'era ancora la SugarCo) a oggi. Quanti sono? Boh! Uffa!

Comunque tanti.

Insieme compongo un collage, del Novecento, e un ritratto, il suo. Metteteli uno accanto all'altro e avrete la biografia intellettuale di un uomo che ha saputo scegliere il meglio di un secolo che brilla per il suo peggio (comunismi, razzismi, terrorismi, a scelta).

Comunque, la cosa andava fatta. E così un librofolle di gran razza, Massimo Gatta - il Maine Coon della bibliofilia - gli ha dedicato una sontuosa plaquette bio-bibliografica: Giampiero Mughini: l'homme à papier (Biblohaus). Come dice il sottotitolo: un «Ritratto in forma di libro di un figlio del Novecento» (con una premessa dell'editore-scrittore Antonio Castronuovo), volumetto fatto di poche parole ma tante copertine.

Uno dei pochi casi in cui ha senso dire che per capire un libro basta guardare le immagini.

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