Cultura e Spettacoli

Oggi tutti parlano di "sovranismo" ma (quasi) nessuno spiega che cosa sia

Mancano studi a livello europeo e in Italia non si traduce certa saggistica

Oggi tutti parlano di "sovranismo" ma (quasi) nessuno spiega che cosa sia

«Ciò che è noto non è conosciuto» scriveva Hegel, una citazione che si addice alla perfezione all'attuale dibattito politico e mediatico dove il termine «sovranismo» è da mesi salito alla ribalta delle cronache senza che però siano state studiate con attenzione l'ideologia e il pensiero alla base di questa categoria politica. Una lacuna che interessa anche il nostro mercato editoriale; se in Italia sono molteplici le pubblicazioni che studiano il populismo, lo stesso non si può dire per il sovranismo, basti pensare che fino a dicembre dello scorso anno, mese in cui è uscito Sovranismo. Una speranza per la democrazia (Book Time) di Giuseppe Valditara, non esisteva un saggio divulgativo su questo tema.

In tempi di governo giallo-verde il panorama editoriale non sembra presentare cospicue novità nonostante sia da poco uscito il libro di Paolo Becchi intitolato Italia sovrana (Sperling&Kupfer) con l'auspicio che «nasca uno Stato sovrano che difenda gli italiani contro lo strapotere dell'Unione europea, il ricatto dei mercati, il globalismo che cancella l'identità dei popoli» e Thomas Fazi - già autore de La battaglia contro l'Europa (Fazi) - abbia pubblicato con William Mitchell Sovranità o barbarie. Il ritorno della questione nazionale (Meltemi). Ma è nell'ambito dell'analisi comparata con il contesto europeo che colpisce la carenza di pubblicazioni che approfondiscano il sovranismo non solo a livello nazionale ma sovranazionale. Ci provò anni fa Matteo Luca Andriola con La nuova destra in Europa. Il populismo e il pensiero di Alain De Benoist (Edizioni paginauno) in cui si analizzavano le ragioni del successo di quella che veniva definita la «Nuova destra» riprendendo l'esperienza di Alain De Benoist, eravamo nel 2014 in un contesto politico profondamente diverso e peraltro il testo scontava un approccio non sempre oggettivo. Da quel momento in Italia non si registrano nuove pubblicazioni che studino le forze politiche sovraniste a livello europeo.

Se il contesto francese è studiato in alcuni libri - tra questi si segnala in particolare La Francia in nero. Storia dall'estrema destra dalla Rivoluzione a Marine Le Pen (Marsilio) di Marco Gervasoni - lo stesso non si può dire dei paesi di Visegrad - in Italia manca una biografia di Orbán mentre in inglese è uscita Orbán: Hungary's Strongman di Paul Lendvai -, dell'esperienza di Wilders in Olanda, di Alternative für Deutschland in Germania o della situazione polacca con il ruolo di Jaroslaw Kaczynski che ha promosso qualche settimana fa un'imponente manifestazione per i cent'anni di indipendenza della Polonia. Eppure l'ascesa dei partiti e movimenti sovranisti da qualche anno non è più una sorpresa come racconta una mappa dell'Europa realizzata dalla Bbc News e intitolata «L'ascesa del nazionalismo in Europa», in cui si sottolineano i risultati dei partiti sovranisti alle ultime elezioni nazionali, testimonianza significativa del peso di queste forze politiche alle votazioni del prossimo anno. Si va dal 17% della Lega (ma sappiamo dai sondaggi che oggi i numeri sono ben più alti) al 12% di Libertà e democrazia diretta in Repubblica Ceca fino al 26% del Partito della Libertà austriaco.

Ad oggi in Italia non esiste un saggio come Radical Right-Wing Populist Parties in Western Europe. Into the Mainstream? edito dalla casa editrice Routledge e scritto da tre professori dell'Università di Amsterdam in cui si studia l'ascesa politica di Wilders nei Paesi Bassi, di Farage in Gran Bretagna e Marine Le Pen in Francia analizzando come queste forze politiche siano diventati partiti di massa. Conoscerne l'humus culturale diventa indispensabile per comprendere i punti di raccordo e le analogie in vista di un'ipotetica alleanza alle elezioni europee. Per dar vita a un'«internazionale sovranista», espressione che può sembrare una contraddizione in termini o, come spiega Gennaro Malgieri, «un ossimoro politico», è inoltre necessario dotare il sovranismo nostrano di un'ideologia e di una base valoriale. Se il liberalismo e il conservatorismo affondano le proprie radici in un cospicuo retroterra culturale, il sovranismo italiano fatica ancora a sviluppare una propria matrice ideologica abbracciando posizioni ondivaghe.

Il superamento dei tradizionali steccati ideologici non giustifica l'eliminazione tout court di riferimenti valoriali, così facendo si rischia un pericoloso relativismo di pensiero secondo cui si possono accettare molteplici posizioni - anche se tra loro in contraddizione -, un pericolo che le forze politiche sovraniste devono evitare differenziandosi così dalla vacuità del pensiero populista e prendendo spunto anche da quanto avviene a livello europeo dove, in parallelo ai risultati elettorali, stanno nascendo fondazioni, case editrici, riviste, centri studi con l'obiettivo di elaborare un pensiero che vada oltre l'immediatezza del dibattito politico.

Commenti