Pillole reali

L'accusa di molestie, la foto e il silenzio: così hanno incastrato il figlio della Regina

Virginia Giuffre ha accusato di pedofilia il principe Andrea. E se la Corona tace, la polizia inglese si dice pronta a collaborare

L'accusa di molestie, la foto e il silenzio: così hanno incastrato il figlio della Regina

Se non è Harry a dare problemi, ci pensa il principe Andrea, ormai risucchiato nel buco nero dello scandalo Epstein. Stavolta, però, la ricchezza e il potere della royal family potrebbero non riuscire a salvare il figlio prediletto della sovrana. Virginia Giuffre, presunta vittima dell’imprenditore americano morto suicida in carcere nel 2019, ha denunciato il duca di York, muovendo contro di lui accuse ben precise e circostanziate che lo potrebbero incastrarlo una volta per tutte. Buckingham Palace tace di fronte a questo nuovo attacco alla monarchia, ma Sua Maestà potrebbe trovarsi presto davanti a un grosso scandalo. La royal family è a un bivio: aiutare il principe Andrea o salvare la Corona?

L’accusa di Virginia Giuffre

“[Il principe Andrea” abusò di me quando avevo 17 anni”, ha confessato Virginia Giuffre, aggiungendo: “Oggi il mio avvocato ha presentato una denuncia contro il principe Andrea per abusi sessuali su minori. Come spiega nel dettaglio la denuncia, sono stata ceduta a lui e ho subìto abusi sessuali da lui”. La Giuffre ha depositato la denuncia presso il tribunale di Manhattan, un’azione definitiva, pubblica, che avrà serie ripercussioni non solo sul principe Andrea ma, di riflesso, anche sulla royal family. Da anni la 38enne cerca di raccontare sui media la sua verità. Ora ha deciso di passare ai fatti, o, meglio, attraverso le aule del tribunale. La Giuffre rievoca con dovizia di particolari le violenze che avrebbe subìto. Tre in tutto, avvenute tra il 2001 e il 2002. La prima si sarebbe consumata il 10 marzo 2001 a Londra, nella casa di Ghislaine Maxwell, ovvero la donna che procacciava al “predatore” Epstein le sue vittime e che oggi è in carcere. La seconda sarebbe avvenuta a New York, a casa di Epstein, nel periodo della Pasqua 2001. Infine, la terza nell’isola di Little St. James (Isole Vergini) in un’altra residenza dell’imprenditore statunitense.

La difesa del principe Andrea

Nell’ormai tristemente celebre intervista alla Bbc del novembre 2019 il principe Andrea negò di aver avuto rapporti con la Giuffre. Addirittura sostenne di non conoscerla, ma ammise l’amicizia con Epstein. Peccato che i conti non tornino affatto. Il Daily Mail ricorda che esiste una foto in cui Virginia e Andrea sono ritratti uno accanto all’altra. Il principe addirittura abbraccia la giovane. Con loro posa anche la Maxwell. Non è finita: lo scatto risalirebbe al marzo 2001, quando sarebbe avvenuto lo stupro. Ed ecco che la difesa del duca di York crolla miseramente. Il figlio della Regina ha anche detto di non aver mai dormito nella casa di New York appartenuta a Jeffrey Epstein. Eppure a Pasqua del 2001 Andrea si è recato negli Stati Uniti. La prima notte ha dormito al consolato britannico, la seconda a Boston, la terza a quello che i giornali definiscono “un indirizzo privato”, ma che dalle ricostruzioni risulterebbe essere proprio la casa di Epstein. C’è pure la testimonianza di un agente di Scotland Yard, il quale sostiene che il principe Andrea sarebbe partito da New York in compagnia di Epstein e della Giuffre. Destinazione: Isole Vergini.

Il duca di York estradato negli Stati Uniti?

Non è possibile. Il principe Andrea non gode dell’immunità diplomatica, privilegio riservato alla sovrana e al suo nucleo famigliare più stretto. Tuttavia l’estradizione non può essere contemplata nel caso del principe Andrea. Solo se quest’ultimo si recasse volontariamente negli Usa, il tribunale potrebbe costringerlo a testimoniare. Ipotesi che appare improbabile. C’è anche un altro motivo per cui il duca non rischia l’estradizione. Virginia Giuffre non ha intentato una causa penale, bensì civile. Al Daily Mail Edward Grange, esperto in materia, ha spiegato: “L’estradizione non può aver luogo finché il caso rimane all’interno della giurisdizione civile. Il principe Andrea sarebbe a rischio di estradizione solo se fosse accusato di un reato penale negli Stati Uniti che comporta una pena detentiva di 12 mesi o più. Anche in questo caso si potrebbe certo presentare richiesta di estradizione al Regno Unito, ma bisognerebbe riflettere attentamente sull’opportunità di un simile gesto” . Tradotto: non si rischia solo un incidente diplomatico tra Usa e UK, ma direttamente l’esplosione di una bomba politica.

La reazione della regina Elisabetta

Sua Maestà non si è mai esposta pubblicamente né a favore né contro il figlio. Al momento su Buckingham Palace regna il silenzio assoluto. Per la verità, dopo lo scandalo Epstein, lo status di Andrea nella royal family risulta abbastanza ambiguo. Perfino paradossale. La regina Elisabetta ha imposto al duca di York di ritirarsi a vita privata. Un esilio che potrebbe essere definitivo anche se Andrea riuscisse a dimostrare la sua estraneità ai fatti. Ormai la sua figura è compromessa e non più credibile al servizio della sovrana. Elisabetta II sa bene che l’unico modo per assicurare la sopravvivenza dell’istituzione monarchica è espellerne i membri impresentabili. Eppure non ha ancora tolto al suo secondogenito i titoli e i privilegi derivati dal suo ruolo a corte. Come spiegare questa contraddizione? I motivi possono essere due: nel primo scenario Elisabetta II vuole attendere la fine di questa brutta storia e, in base alla verità accertata dal tribunale, emettere la sua personale “sentenza”. Nel secondo scenario, invece, la sovrana sceglie di non agire contro il figlio in caso di un verdetto di colpevolezza, delegando quest’onere al principe Carlo, ma solo quando quest’ultimo sarà re. Un modo, forse, per non creare ulteriori crepe nella monarchia e all’interno della famiglia, benché pare che il principe di Galles sia disgustato dal comportamento di Andrea e deciso ad applicare una ferrea damnatio memoriae.

Il destino di Andrea

Cosa riserva la sorte al principe Andrea? Nulla di buono. Per prima cosa è necessario preparare una solida linea difensiva. Finora Andrea ha sempre evitato di collaborare con la giustizia, facendosi scudo dell’autorità dei Windsor. Ha schivato interrogatori e processi, ma ora, come afferma l’avvocato della Giuffre, David Boies, “Time’s up”. “Il tempo è scaduto”. Se il principe Andrea proverà di nuovo a nascondersi dietro alla Corona, per lui potrebbe arrivare una condanna “in absentia” e l’obbligo di un risarcimento milionario a Virginia Giuffre. Perfino Scotland Yard sta revisionando il suo caso. Il capo della polizia britannica, Cressida Dick, è stata molto chiara: "Nessuno è al di sopra della legge. Come conseguenza di ciò che sta accadendo ho chiesto al mio team di revisionare il materiale. Valuteremo di nuovo la nostra posizione”.

Non si tratta, per il momento, di un'indagine ufficiale, ma di un semplice riesame dei documenti, che, però, non garantisce alcuna sicurezza al duca di York. La Dick è anche disposta a collaborare con l'Fbi e, a questo proposito, ha confermato: "Naturalmente siamo aperti alla collaborazione con le autorità oltreoceano, daremo assistenza, se ce la chiederanno, entro la legge, s’intende”. Il duca di York è solo. Gli è rimasta accanto solo Sarah Ferguson, convinta sostenitrice della sua innocenza. Ma non basta. Servono prove. Il destino di Andrea è nelle sue mani.

Lo è sempre stato, ma forse non ha saputo crearsene uno buono.

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