"Non vuole una crisi". Ecco perché Carlo III non abdicherà

Sua Maestà non avrebbe intenzione di cedere il trono e, d’altra parte, William non sarebbe ansioso di stravolgere la sua vita per la Corona

"Non vuole una crisi". Ecco perché Carlo III non abdicherà

In questi giorni, complice la visita ufficiale del presidente Macron a Londra, i media sono tornati a parlare di una possibile abdicazione di Carlo III, una specie di uscita di scena silenziosa per lasciare spazio a William e Kate. Secondo molti esperti, però, il Re non penserebbe affatto di ritirarsi, né tantomeno di rallentare il lavoro, date le sue condizioni di salute, delegando parte degli impegni all’erede al trono. Neppure il principe William avrebbe fretta di diventare il nuovo sovrano, perché per lui l’ascesa al trono comporterebbe, dicono i tabloid, l’inizio di una fase critica sia dal punto di vista personale, soggettivo, sia da quello familiare. Il principe di Galles sa che il momento della successione arriverà prima o poi, ma la sua speranza sarebbe quella di rimandarlo il più possibile.

La visita di Macron a Londra

Lo scorso 8 luglio il presidente francese Emmanuel Macron e la première dame Brigitte sono atterrati all’aeroporto militare di Northolt per la prima visita di un Capo di Stato europeo dopo l’entrata in vigore della Brexit. Ad accoglierli c’erano William e Kate. Questo evento ha segnato il ritorno della principessa del Galles a eventi di carattere diplomatico e internazionale. Tutti gli occhi erano puntati su di lei, impeccabile nel suo outfit rosa cipria della collezione 2024 di Dior (con il blazer “bar jacket” ripreso da un modello lanciato proprio da Dior nel 1947, sottolinea Page Six). L’abito è un evidente omaggio alla Francia ed è la prima volta, ricordano il People e Town & Country Magazine, che Kate indossa in pubblico questo brand. Non poteva mancare un tributo alle donne Windsor, con i Collingwood Pearl Earrings, orecchini appartenuti a Lady Diana (Carlo li diede alla prima moglie come dono di nozze) e la collana di perle della regina Elisabetta.

La cena di Stato

Al banchetto di Stato in onore dei Macron, tenutosi l’8 luglio 2025 al Castello di Windsor, la principessa del Galles ha di nuovo omaggiato la Francia con un vestito rosso di Givenchy e riaffermato il suo legame con la royal family attraverso i Greville Chandelier Earrings appartenuti a Elisabetta II, il bracciale Nigel Milne con tre fili di perle di Diana e la stupenda Cambridge Lover’s Knot Tiara, la preferita di Lady D, dono di nozze della stessa sovrana Elisabetta, puntualizza ancora Page Six. Kate indossò la tiara per la prima volta nel 2015, al ricevimento annuale a Buckingham Palace in onore del corpo diplomatico. La principessa aveva appuntato sull’abito anche gli stemmi del Royal Order of Queen Elizabeth II e del Royal Family Order of King Charles III. Queste descrizioni non rappresentano solo un elemento estetico, decorativo. Hanno un significato ben preciso: sono emblemi di quel “soft power” che Kate riesce a usare e a esprimere con grande maestria, pari solo a quella della regina Elisabetta.

Lo splendore della Corona

Possiamo immaginare tali simboli come una specie di specchi su cui si riflette lo splendore della monarchia britannica. Più questa luce è potente, più riuscirà ad attirare l’attenzione e le simpatie del pubblico, contribuendo a garantire la sopravvivenza della Corona. Durante la visita dei Macron William e in particolare Kate sono riusciti a oscurare tutto ciò che era intorno a loro, compresi Carlo III e la regina Camilla. Forse anche per questo motivo i tabloid hanno iniziato a ipotizzare di nuovo l’abdicazione del Re in favore del suo primogenito, sostenendo addirittura che Sua Maestà sarebbe, ormai, un sovrano sul viale del tramonto. Gli esperti, però, sono divisi su questo punto: se per alcuni Carlo starebbe per ritirarsi, secondo altri rimarrà sul trono fino alla fine, seguendo l’esempio della regina Elisabetta.

“Mio figlio”

I media sottolineano che durante la visita dei Macron William e Kate avrebbero fatto le “prove” da futuri Re e Regina. A confermarlo ci sarebbe anche il discorso di Carlo III durante il banchetto di Stato. Rivolgendosi al presidente francese e alla moglie per accennare alle origini normanne del Castello di Windsor Sua Maestà, citato dal New York Post, ha evidenziato un collegamento ideale tra il fondatore della residenza reale e l’attuale erede al trono: “A gettare le fondamenta del Castello in cui ci incontriamo stasera fu il mio antenato e vostro connazionale William, duca di Normandia nel 1070. Questo rimane il Castello abitato più antico e più grande del mondo”. Poi il Re ha aggiunto: “Quindi, forse, è piuttosto appropriato che mio figlio, il principe di Galles, che condivide il nome con il precedente William, abbia fatto di Windsor la sua casa, insieme alla sua famiglia, come molti dei nostri predecessori”. Dal 2022, infatti, i Galles vivono nell’Adelaide Cottage, che si trova proprio nella tenuta di Windsor.

E Harry?

Ai tabloid non è sfuggita la mancata menzione di Harry nel discorso di Carlo. All’affettuoso riferimento a William avrebbe fatto da contraltare il più assoluto silenzio sul secondogenito. Ciò avrebbe indotto i media e il pubblico a pensare che il sovrano possa aver dimenticato il duca di Sussex e che stia elaborando il piano per la sua abdicazione. In realtà non è detto che le due cose siano collegate. Inoltre una non implica necessariamente l’altra. È ovvio che Carlo III faccia riferimento a William e Kate, perché sono il futuro della monarchia. Con o senza abdicazione. È un dato di fatto. Harry e Meghan, invece, non fanno più parte, per loro scelta, della royal family. Non hanno più un ruolo pubblico, quindi la sopravvivenza dell’istituzione non dipenderebbe da loro (per dirla tutta molte dichiarazioni scandalose dei Sussex hanno assestato non pochi colpi alla monarchia). Dal 2020, anno della Megxit, l’avvenire dei Windsor non sarebbe più una loro responsabilità.

Una lenta preparazione

Attraverso le sue parole il sovrano mette in rilievo il destino di William, ci suggerirebbe di vedere in lui il volto moderno dell’istituzione, il domani della “Firm”, ma da qui a decidere di lasciare il trono il passo non sarebbe breve. A Fox News l’esperta reale Hilary Fordwich ha spiegato: “Sia il principe William, sia la principessa Catherine si stanno preparando ad assumere ruoli di leadership secondo una tabella di marcia accelerata in vista delle loro future posizioni come Re e Regina. Ma molto probabilmente non stanno in alcun modo cercando attivamente un’ascesa immediata”. La presenza dei principi di Galles in occasioni importanti come la visita di un Capo di Stato è imprescindibile. Inoltre fa parte del vero e proprio addestramento al ruolo di sovrani. Persino il loro soft power fa parte di questo processo che li porterà al trono. Tuttavia si tratterebbe di un cammino lento, relativamente lungo. Un percorso che tutti gli eredi al trono devono compiere.

“Continuare a servire”

Certo, Carlo III è malato e questo potrebbe rendere la preparazione di William e Kate più pressante ma secondo diversi esperti non vi sarebbe alcuna fretta. Il sovrano, infatti, non starebbe affatto pensando di fare un passo indietro e William non sarebbe ansioso di indossare la corona. La Fordwich ha chiarito: “Il principe William ha assunto più responsabilità”. Questo, però, non è inusuale per un erede al trono, anzi, potrebbe essere un valido banco di prova per i principi di Galles. L’esperta ha proseguito: “L’intera famiglia…è concentrata sugli interessi migliori per la stabilità e la continuità della monarchia”. Forse per i reali è proprio questo lo scopo da perseguire con maggiore abnegazione e urgenza. I Windsor agirebbero (o dovrebbero agire) come un team con un obiettivo e ideali comuni, non come una sorta di battitori liberi. La via verso la Corona, poi, non è una specie di gara da cento metri, ma più una maratona. In questa prospettiva, ha detto la Fordwich, “l’abdicazione rappresenterebbe un allontanamento significativo dalla tradizione”. Ecco uno dei motivi per cui Sua Maestà non avrebbe alcuna intenzione di cedere il trono al figlio: “Dati i valori di sua madre molto probabilmente Carlo III farà tutto ciò che può per continuare a servire, dedicando se stesso al dovere”. Posizione, questa, che sarebbe totalmente condivisa dal principe William.

“Crisi istituzionale”

Secondo gli esperti Carlo III non abdicherebbe mai, ha detto la Fordwich, perché farlo vorrebbe dire anche aprire una “crisi istituzionale” come quella che si verificò nel 1936, quando Edoardo VIII scelse di ritirarsi per sposare Wallis Simpson. L’abdicazione spianò a Elisabetta II la strada verso il trono, ma si tratta comunque di una situazione politica spinosa, destabilizzante che la royal family, primo fra tutti il principe William, si augurerebbe di non rivivere. Carlo III non intende farsi fermare neppure dalla malattia: “Sembra improbabile che il Re vorrà allontanarsi dai suoi doveri più dello stretto necessario”, ha affermato il conduttore e giornalista britannico Jonathan Sacerdoti a Fox News. “Benché abbia dovuto cancellare alcuni impegni di recente, ciò ha causato un disagio minimo alla sua agenda altrimenti fitta di impegni. [Il Re] ha sempre chiarito che la sua etica del lavoro gli impone di essere il più impegnato possibile”.

"Prove" da Re

È vero, dunque, William e Kate hanno fatto le "prove" da Re e Regina durante la visita dei Macron, ma non perché vi sia effettivamente un’abdicazione all’orizzonte. In realtà tutto ciò che gli eredi fanno è una prova generale dei loro futuri ruoli. Rientra nel percorso di preparazione, soprattutto perché a nessuno di loro è dato sapere quando arriverà il momento di regnare. Possiamo ipotizzare che il principe William preferirebbe, forse, un’ascesa non tanto immediata, in modo da avere più tempo per crescere i suoi figli e per stare accanto a Kate nel suo percorso di guarigione.

Un regno di transizione?

Molti vedono già l’epoca di Carlo III come un regno di transizione tra quello, lungo 70 anni, della regina Elisabetta e quello del giovane e moderno William. Il cancro del Re, poi, acuisce la sensazione di brevità, di instabilità, di fine imminente. Ma, appunto, è una sensazione. Non è detto che diventi realtà in un futuro prossimo. Così come non è affatto scontato che un breve regno sia anche poco significativo (la Storia offre esempi in tal senso). In ogni caso, però, sarebbe meglio fare questo tipo di ragionamenti in retrospettiva, per non perdere il quadro generale. Ancora non sappiamo quanto durerà il regno di Carlo, né quale impatto storico avrà.

Possiamo fare delle supposizioni osservando il presente. Non sembra, però, che Sua Maestà sia spaventato dal tempo. Al contrario, l’impressione è che voglia impiegarlo il meglio possibile. Fino all’ultimo.

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