IL PROGETTO

Alexander Pereira, sovrintendente della Scala, è innamorato del palcoscenico, e perfettamente a suo agio nel piccolo mondo antico dei teatri d'opera. Ma due fattori fanno differenza del Curriculum di questo manager: è abile fund raiser e uomo di marketing. Così, attorno al direttore d'orchestra Riccardo Chailly sta costruendo un progetto che ravvivi e consolidi la visibilità internazionale della Scala. Sta lavorando al «marchio» Puccini-Scala-Chailly, un ciclo di sette titoli di Puccini da produrre in teatro e incidere, presumibilmente, per Decca. Del resto, da troppo tempo la Scala è uscita dal mercato discografico. E Chailly, si sa, è artista da hits: riesce a finire nelle classifiche pop con dischi di musica classica, è dunque l'uomo giusto al momento e posto giusto. Con Turandot, il sovrintendente è in una botte di ferro.

Chailly ha in pugno coro e orchestra, il cast dei cantanti è rodato, Nina Stemme (salve i problemi di salute di questi giorni) promette un'ottima Turandot. Antonenko (Calaf) è tenore dalle quote in ascesa. Maria Aresta è stata più volte Liù.

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