Roby Facchinetti si commuove e ammette: "I Pooh non esistono più"

Con le lacrime agli occhi, Roby Facchinetti mette definitivamente la parola fine sulla storia dei Pooh; non ci saranno altre reunioni, concerti e, soprattutto, nuove avventure discografiche per il gruppo che ha segnato la storia del Paese

Roby Facchinetti si commuove e ammette: "I Pooh non esistono più"

"I Pooh non esistono più." Con poche parole, Roby Facchinetti ha squarciato quel velo di silenzio e di omertà che da anni avvolge una delle band italiane più amate di sempre. Tutti sapevano, in cuor loro, che i Pooh non esistevano più ma nessuno aveva mai avuto il coraggio di ammetterlo. Era forse un modo per credere che la batteria di Stefano D'Orazio e la chitarra di Dodi Battaglia un giorno continuassero a suonare.

Ci ha pensato Roby Facchinetti a far cadere gli indugi e forse era giusto fosse lui a farlo, uno dei volti storici della band, una delle sue voci più riconoscibili. Il tastierista dei Pooh è stato ospite di Marco Marra a La Mia Passione su Rai3 e qui ha regalato lacrime e ricordi della sua esperienza cinquantennale con i Pooh, terminata ufficialmente il 30 dicembre 2016. "Si trattò realmente dell’ultimo concerto e fu una sofferenza incredibile, non fu assolutamente facile per nessuno di noi", ha ammesso Roby Facchinetti con gli occhi azzurri gonfi di lacrime. "Senza Stefano (D'Orazio, ndr) e Valerio (Negrini, ndr) non è più la stessa cosa. Va rispettato quello che abbiamo sempre dichiarato, che sarebbe stata l’ultima volta. È stato un gran finale straordinario e vorrei che rimanesse cosi", ha continuato il tastierista, ammettendo che continuare senza due dei pilastri storici non sarebbe la stessa cosa.

Sostituire due dei volti che per 50 anni hanno fatto sognare gli italiani con il loro sound sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti della storia del gruppo ma anche di chi, quel gruppo, l'ha amato e seguito per tanti anni. È questo il pensiero di Roby Facchinetti: "Io amo quell’immagine di quattro ex ragazzi che hanno portato avanti una storia importante." Stefano D'Orazio ha abbandonato i Pooh nel 2009 per scelte e valutazioni personali ma non ha interrotto i rapporti con i suoi colleghi ma, soprattutto, amici, che l'hanno sostenuto nel suo viaggio di successo nei musical. Valerio Negrini, autore di moltissimi brani di successo, è morto nel 2013. Nonostante le due importanti defezioni, i Pooh hanno continuato a esistere per uno scopo preciso: "Volevamo portare questa grande storia al cinquantennale. Avevamo nella nostra mente questo obiettivo quasi impossibile. E ce l’abbiamo fatta."

Non riesce a trattenere le lacrime Roby Facchinetti quando parla dei Pooh, la sua seconda famiglia per 50anni. Sono diventati il simbolo di un'epoca italiana, hanno abbracciato diverse generazioni con la loro musica, che oggi continua a risuonare e a far cantare migliaia di persone in tutto il mondo.

I Pooh non ci sono più, il concerto storico del 2016 che ha visto il ritorno sul palco anche di Stefano D'Orazio ha scritto la parola fine, ma la musica dei Pooh non è certo finita qui. D'altronde, come recita uno dei loro brani più famosi, chi fermerà la musica?

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