La letteratura non va spesso a spasso di notte, travestita da polizia militare della Wehrmacht, a rapire generali tedeschi sull'isola di Creta. Ma qualche volta sì. Infatti la notte del 26 aprile del 1944 lo scrittore britannico Patrick Leigh Fermor (1915-2011), all'epoca membro dello Special Operation Executive, rapì, proprio travestito in quel modo, il generale tedesco Heinrich Kreipe. Ne seguì una rocambolesca fuga oltre 22 posti di blocco e una delle operazioni militari più discusse della Seconda guerra mondiale, anche tenendo conto della ferocissima repressione che i tedeschi, in seguito, organizzarono contro i civili greci che avevano aiutato gli inglesi. Quella vicenda Leigh Fermor l'ha mirabilmente raccontata in Abducing General.
Bene, capita a volte che la letteratura ci prenda gusta nelle gite notturne con ostaggio. Arriva in libreria, per i tipi di Adelphi, Brutti incontri al chiaro di luna (pagg. 212, euro 19) di W. Stanley Moss. Moss era l'ufficiale britannico che fece da spalla a Leigh Fermor per tutta l'operazione. Ma, per quella curiosa commistione di spie e di intellettuali che ha caratterizzato i servizi segreti britannici dell'epoca, si da il caso che Moss sia stato anche un brillante giornalista e scrittore (realizzò una mirabile inchiesta sull'oro dei nazisti, tanto per dirne una).
Il suo racconto dell'operazione a Creta, asciutto come i diari da cui è stato tratto, è di rara bellezza, il levigato specchio di una generazione che fece della Guerra un'occasione di gioco pericoloso ma giocato con cavalleria con tanto di saluto militare al generale catturato al Cairo. Solo poi calò sui due britannici l'ombra delle rappresaglie tedesche: forse erano prevedibili, se lo chiesero con rammarico per tutta la vita.
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