Londra
Il sinfonismo all'italiana conquista Londra. Si è aperta così la tournèe invernale della Filarmonica della Scala che mercoledì ha tenuto un concerto al Barbican Centre e che in questi giorni sarà in altre capitali come Parigi e Vienna.
Teatro sold out per l'orchestra diretta da Riccardo Chailly che ha proposto Rossini (La gazza ladra), Grieg (Concerto piano e orchestra op. 16 col pianista Benjamin Grosvenor) Caikovskij (Sinfonia n. 4) e Verdi (Vespri siciliani). Applausometro caldo per Chailly che proprio il 24 gennaio festeggiava i suoi 40 anni di Piermarin Chailly è apparso soddisfatto: «Obiettivo centrato ha commentato : l'identità di appartenenza di una grande orchestra sinfonica internazionale. Questo si ottiene esponendosi nei grandi centri della musica e con una costante presenza nel mercato discografico». Un cartellone che ha fatto colpo sugli spettatori. Rossini in scena «perché amato, ascoltato, richiesto» ma meno eseguito a Londra. Grieg scelto nel segno dell'allargamento del repertorio e di una proposta di altri compositori di prima grandezza (dunque non solo i big del sinfonismo tedesco Beethoven, Bruckner e Brahms). Nel tour in scena i grandi russi, «congeniali alla Filarmonica», vedi i giganti Stravinsky e Sostakovic «su cui l'orchestra ha lavorato per anni». E per chiudere l'immancabile Verdi.
Insomma una serata frutto del grande professionista Chailly e dei «suoi» che portano avanti un faticoso tour fissato nel bel mezzo della stagione operistica : al Barbican, dunque, partenza «rossiniana», con una formazione che è apparsa coerente con le descrizioni direttoriali, «virtuosistica, adatta per approfondire ed eseguire sia i russi sia Rossini stesso, un'orchestra con un suono personale». Così in sala «fotografato»: italianissimo e reattivo capace di pianissimi e fughe in avanti - che a volte porta luce nelle scure e lente atmosfere nordiche, o la teatralità in sostituzione del dramma; ora distensione al posto degli scatti e della tensione. Scelte interpretative, impressioni su una compagine che fa delle sonorità made in Italy da essa generate il suo marchio di fabbrica.
Infine lo Chailly che lavora con i giovani pianisti in una sorta di verifica dei talenti mondiali - da Daniil Trifonov a Beatrice Rana e l'altra sera appunto, Grosvenor. «Un personaggio che in Inghilterra sta dando dei risultati. Cresce di anno in anno». Nella sua prova tra originalità e muscolarità ha beneficiato della tifoseria di casa, alla fine ricevendo come premio una bottiglia di champagne. Dulcis in fundo, i progetti.
«A giugno avremo un'incisione dedicata a Respighi che al di là delle pagine popolari in assoluto - Le Fontane e I pini di Roma conta su pagine stupende quasi sconosciute».
Ottorino cameristico, spirituale, introspettivo. «Il bello della mia professione? È anche la ricerca. Il rapporto di avvicinamento a ciò che non si conosce. Ed è questo che la Filarmonica vive con me e con molta partecipazione».
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