La Sovranità è il sigillo di una libertà da difendere

Giampaolo Rossi

«We the People»: così inizia il preambolo della Costituzione americana, la più bella del mondo. Sigillo insuperabile al riconoscimento della #sovranità popolare e del diritto di ogni cittadino ad esercitare la propria volontà all'interno di una democrazia rappresentativa. I Padri Fondatori di quella nazione vollero, con questa formula, «fissare i benefici della libertà a noi stessi e ai nostri posteri» e fondare la #sovranità del popolo americano limitando qualsiasi assolutismo dello Stato e qualsiasi deriva autoritaria. Il tema della sovranità è il tema politico e culturale del nostro tempo. È politico perché stiamo assistendo al tentativo da parte di tecnocrazie, élite globaliste, apparati burocratici senza volto e senza legittimità di sostituire la sovranità popolare con il dominio dei pochi; è culturale perché il principio di sovranità popolare fonda l'identità delle nazioni moderne e delle democrazie: è la forma di espressione che ha dato all'Occidente libertà civili ed economiche, sviluppo e benessere.

L'attacco che oggi è sferrato alla sovranità popolare ad opera dei grandi poteri tecnocratici, è un attacco al valore stesso delle democrazia, ridotta ad essere «un lusso che non possiamo più permetterci» come scrisse il Financial Times, il giornale dei banchieri e della grande finanza apolide, nel 2011, nei giorni in cui in Italia si consumava il complotto contro l'ultimo governo eletto democraticamente. Ridare un significato alla parola sovranità nell'epoca del dominio della Tecnica, è la grande sfida che regge il futuro dell'Europa. Perché una cultura che non è capace di nominare i propri valori, li dissolve. Come scriveva Ernst Jünger, «i nomi non sono solo concetti, ma hanno il potere dell'evocazione».

Il tentativo di rimozione della #sovranità popolare non attiene solo ai progetti di disarticolazione degli Stati nazionali, ma anche al tentativo di ridisegnare l'immaginario simbolico su cui si costruisce la nostra identità.

E in questa battaglia politica e culturale, il fronte del conflitto non è più tra destra e sinistra ma tra sovranità e tecnocrazia, tra popolo ed élite tra la difesa della nostra libertà e la loro sete di dominio.

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