Marco Primavera è il batterista dei Thegiornalisti, la band rivelazione che negli ultimi tre anni ha inanellato più successi di chiunque altro. «Ma siamo in pista da dieci anni», dice lui che ha studiato all'Accademia di Musica del quartiere Testaccio a Roma. Anche se ha iniziato tardi, ossia intorno ai 15 anni, il suo è uno stile pulito, preciso nella scansione dei tempi e soprattutto mai invasivo, cosa che diventa un pregio in una band pop. Finora Marco Primavera si è sempre concentrato sulla musica ed è praticamente la prima volta che fa un pubblico «giro d'orizzonte» sulla band che ha contribuito a fondare. Da Completamente a Felicità puttana, la discografia dei Thegiornalisti è una processione di tormentoni e primi posti in classifica come raramente capita. La formula è semplice e sofisticata allo stesso tempo. Dopo anni più vicini al percorso «indie» e suoni incentrati intorno alla chitarra, i Thegiornalisti si sono avvicinati a quello che il loro frontman, l'esuberante e gettonatissimo Tommaso Paradiso, ha definito forse un po' sbrigativamente «pop sognante, come faceva Antonello Venditti». In questi anni i Thegiornalisti hanno mostrato di avere la password d'accesso a un enorme pubblico traversale aggiornando la struttura musicale anni Ottanta e raccontando storie attuali come in New York o nel nuovo Maradona y Pelè che è stato anche il più trasmesso in radio. Dopo un anno dall'uscita, la band celebra il disco Love (uscito quasi un anno fa) il 7 settembre con un concerto al Circo Massimo di Roma. Una sfida che, come tutte, ha margini di rischio ed è quindi entusiasmante.
Manca un mese esatto.
«Con Tommy (Tommaso Paradiso - ndr) e Rissa Musella ci siamo visti pochi giorni fa prima di partire per le vacanze. Ora uno è in California, l'altro in Calabria e io in Puglia. Ci rivedremo intorno al 20 di agosto per fare le prove del concerto al Circo Massimo».
Qualcuno parla di «rischio flop».
«Mi sembra di aver capito che nella musica funziona come nella politica: c'è sempre qualcuno che vuole fare lo sgambetto a qualcun altro. In questo caso, si dice che siano stati venduti circa 25mila biglietti, anche se io ho dati che mi mostrano numeri maggiori».
In ogni caso, non sono pochi. I Rolling Stones hanno raccolto 71mila spettatori nel 2014, ma è un altro pianeta.
«Il tutto esaurito non è l'unica condizione per fare un concerto. In ogni caso, a vedere i Thegiornalisti ci saranno ben più di venticinquemila spettatori e saranno tutti in piedi, non seduti come in altri casi».
Che concerto sarà?
«Sarà una festa per celebrare i nostri primi dieci anni insieme. Soprattutto, sarà uno show molto diverso da quello che abbiamo portato in giro finora durante un tour che ha avuto grandi numeri. Dopotutto è una occasione particolare, non avrebbe senso replicare lo stesso copione».
Quindi?
«Ripercorreremo la nostra storia e prepareremo una scaletta sorprendente con un bel po' di pezzi inattesi. E poi il palco sarà aperto alla maniera dei Coldplay».
E come vanno le cose all'interno della band?
«Tutto bene direi. Si litiga come in ogni famiglia, ma solo per cose inerenti alla musica, come in ogni band».
Tommaso Paradiso è stato il «frontman» anche con la stampa.
«Certo, Tommy è un comunicatore molto forte, anche se non ci siamo mai seduti attorno a un tavolo per decidere chi dovesse parlare».
Hanno scritto che sareste sul punto di sciogliervi.
«Sì ho letto anche io un piccolo articolo su Chi che riportava questa voce. Ma non è così».
E allora com'è?
«Semplicemente, sia io che Rissa abbiamo deciso di avere un manager che si occupi della gestione. È un argomento che spesso un musicista non sa affrontare in un modo all'altezza della situazione. Tutto qui.
Forse, vista dall'esterno, questa può sembrare una mossa in vista dello scioglimento. Ma non mi risulta proprio. Il futuro è imprevedibile per tutti, ma al momento non c'è proprio questa intenzione. Adesso siamo concentrati sul più importante concerto della nostra carriera».
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