“Purtroppo o per fortuna tendo alla malinconia. Amo la malinconia, ma se fai il comico e se sei un comico, la patente per esistere te la dà solo il sorriso. Dipendi dalla risata che riesci a provocare. E così combatto la mia insicurezza con la seduzione”. Virginia Raffaele si confessa in un'intervista al Fatto Quotidiano. “Far ridere? Lo faccio per stare bene e perché chi sta sul palco si nutre di sostegno. Lì mi sento accettata. A volte mi chiedo da dove nasca questo bisogno. Da dove nasca la paura di sbagliare, di non piacere, di far rimanere male qualcuno a cui non ti sei saputa raccontare”. E cosa si risponde? “Che devo avere un qualche trauma che riguarda la disarmonia. Più vado avanti e più i contrasti mi destabilizzano. Non sono egocentrica, ma desidero sempre stare in pace con tutti. A volte è un incubo, ma fa parte della mia natura”.
Poi parla del suo passato: "A scuola ero la compagnona, la buffona, quella che stava simpatica a tutti. L’amica preferita dei maschi. Non ho mai avuto corteggiatori accaniti. All’epoca mi sentivo un Gremlin. Ero strana, buffa, con ‘ste gambe lunghe, il corpo piccolo, l’apparecchio, gli occhiali”. "L’adolescenza è stato un periodo dominato dall’inadeguatezza fisica, un’era di malinconie feroci”. Infine uno sguardo sul futuro: “In questo lavoro o punti tutto sul tavolo o è meglio che ti ritiri in buon ordine. Io ho puntato tutto fin dai 17 anni, ma adesso che ne ho 35 credo di non aver conquistato niente. Non ho certezze e non riesco a dar nulla per scontato.
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