«Weird» e «Eerie» Come leggere i due volti della paura

Massimiliano Parente

Che cos'è il weird? E che cosa l'eerie? Sembrano parole astruse, ma sono due concetti usati dalla critica accademica per definire qualcosa che nella letteratura e nel cinema ci sono molto familiari. Semplificando, il weird è lo strano, l'insolito, mentre l'eerie è l'inquietante, l'angoscioso. Tra i maggiori studiosi a occuparsene c'è sicuramente Mark Fisher, scomparso nel gennaio del 2017, di cui mimimum fax ripubblica un testo fondamentale sul tema: The weird and the eerie - Lo strano e l'inquietante nel mondo contemporaneo (pagg. 172, euro 17). Storie di lupi mannari e di vampiri non sono weird, perché non generano quella sensazione di stranezza, quel senso di inquietudine verso l'insolito, come invece accade nei racconti di Lovecraft, nei quali le creature non appartengono a alcuna tradizione. Se sai già cosa sono, non è weird. Per far scattare la sensazione weird, Lovecraft ha inoltre bisogno di essere un realista, e inserirvi un fantastico ancora sconosciuto. Ma il weird implica spesso l'idea di una soglia tra un mondo interno e uno esterno, uno fantastico e uno normale, il contatto tra mondi diversi, come nel racconto La porta nel muro di H.G. Wells. Non per altro porte e portali di comunicazione tra dimensioni diverse sono presenti perfino in Doctor Strange, il più lovecraftiano dei personaggi Marvel, ma anche in tutta l'opera cinematografica di David Lynch, dove il reale si confonde spesso con l'onirico e il simbolico (e è weird Inception di Christopher Nolan). Sono weird molti racconti di Philip K. Dick, come è weird Matrix, e anche gran parte del mondo contemporaneo che punta alla compenetrazione del reale con il virtuale, fino a renderli indistinguibili.

Ma cosa è eerie? Nell'eerie, ci spiega Mark Fisher, al contrario c'è sempre qualcosa dove non dovrebbe esserci niente, o non c'è niente dove dovrebbe esserci qualcosa.

È sicuramente eiree il monolite di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, ma anche Shining, perché le forze malvagie che controllano l'Overlook Hotel restano non svelate. Emblematica la conversazione del protagonista con lo spettrale barman, dove Jack chiede chi offra i drink, e Lloyd risponde: «Non è un problema che la riguarda, Mr Torrance»..

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