(...) Limmagine scelta per essere sporcata dai liquami è il dolcissimo Salvator Mundi di Antonello da Messina, che ritrae Cristo nellatto di benedire la terra. Alla fine, sul viso imbrattato di Gesù discende un velo nero. A commento finale la scritta You are not my shepherd, «Tu non sei il mio pastore».
Al di là delle intenzioni più o meno spirituali o artistiche, note solo allintimità degli autori, e oltre i consumati dibattiti su dove finisca la libertà despressione e dove cominci loffesa a Dio e ai fedeli, le scene sono risultate oggettivamente choccanti per la sensibilità di larga parte del popolo cristiano. E non solo. Ma si sa, the show must go on.
Adesso la rappresentazione, ideata da un regista italiano ignoto ai più, Romeo Castellucci, arriva al Teatro Franco Parenti di Milano. Due serate, il 24 e il 28 gennaio, in un teatro che vanta sponsor istituzionali come il Comune, la Provincia, la Regione, il Ministero dei beni culturali. Molti cattolici sono in allarme e, guidati da unavanguardia informata sui fatti francesi, hanno organizzato una raccolta di firme indirizzate al Teatro Parenti, al sindaco, Giuliano Pisapia, e allarcivescovo, Angelo Scola.
Il passaparola preoccupato è transitato su numerosi siti internet. «Non vogliamo neanche pensare a che cosa sarebbe successo se, al posto del Volto di Cristo, ci fosse stato un simbolo islamico o ebraico, oppure il volto di un omosessuale. Si sarebbe gridato alla scandalo, al razzismo, al fascismo e via discorrendo; ma per offendere Cristo ci si appella allarte e alla libertà despressione sapendo, con il coraggio dei vili, che a differenza di altre confessioni religiose, non cè alcun pericolo di ritorsione, anzi solo tanta pubblicità» si legge per esempio sul blog di Rai Vaticano.
Cè chi alle parole ha preferito i tribunali. Una denuncia, presentata ieri a Bergamo, sarà depositata oggi anche presso la Procura della Repubblica di Milano, contro il regista, i componenti della compagnia e i responsabili del Teatro Parenti, con laccusa di vilipendio alla religione e richieste di sequestro «dirette a impedire lo svolgimento della rappresentazioni». Dietro le quinte del teatro si parla anche di qualche minaccioso messaggio di «integralisti indignati».
La maggioranza silenziosa dei cattolici ha però deciso di ricorrere alla preghiera, come era già accaduto in Francia, dove gruppi di fedeli si sono riuniti di frequente a sgranare corone e recitare Ave Maria a ripetizione. A Milano il Comitato San Carlo Borromeo ha organizzato per il 28 gennaio alle sette di sera un Rosario pubblico in riparazione dello spettacolo blasfemo davanti al Teatro Parenti.
Andrea Bisicchia, responsabile culturale del teatro, insegna allUniversità cattolica. E i vertici del Parenti assicurano che la scena incriminata a Milano non sarà rappresentata: «Gli escrementi non ci sono più da tempo. Lopera finisce con Cristo che piange sul dolore dellumanità. Abbiamo anche un testo dellarcivescovo di Oristano che ne parla bene (monsignor Ignazio Sanna lha citata in unomelia del 2 novembre 2011, ndr). È la storia di un vecchio malato che soffre di diarrea ed è accudito dal figlio. Gli escrementi siamo noi uomini».
La Diocesi, sia pur con garbo, non nasconde le proprie perplessità sullo spettacolo del Parenti, che vorrebbe organizzare un incontro per parlare del caso e ha invitato larcivescovo. «Non ci prestiamo ai giochini per creare clamore intorno allo spettacolo» dice don Davide Milani, responsabile della comunicazione della Diocesi. E aggiunge: «Se, come sostengono gli organizzatori, la parte peggiore della rappresentazione è stata tolta, aspettiamo di vedere il risultato per dare un giudizio compiuto.
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