Laura Novelli
Un tempo era la grotta di un convento adibita alla lavorazione e alla conservazione dellolio. Oggi, grazie a unoriginale installazione firmata dalla giovane compagnia Hôtel de la Lune, lex istituto Angelo Mai di via degli Zingari sembra riconquistare parte della sua antica identità facendosi ambiente elettivo di un progetto intitolato «Le lait miraculex de la Vierge» (prima tappa di un vero e proprio ciclo dedicato alle «Devozioni»). Installazione che attraversa questo spazio e lo invade, mescolando azioni, immagini, effetti tecnologici, riferimenti iconografici e devozionali in un impasto di codici e linguaggi che, messo a punto da Gian Maria Tosatti, sfiora il teatro per abbracciare larte figurativa e la performance contemporanea.
Anche laccesso del pubblico ha qualcosa di misterioso: è ammessa una persona alla volta per un massimo di cinque spettatori contemporaneamente. Cinque pellegrini sulle tracce di un percorso a tratti mistico a tratti terreno che «ognuno può affrontare liberamente come vuole - spiega Tosatti - scegliendo cosa vedere e quanto trattenersi. Ciò su cui invitiamo a riflettere è come fare a farsi esaudire una grazia». Il pubblico è ospitato, infatti, in una struttura che esiste già e che evoca fortemente «la figura della Madonna, la sua capacità di versare liquidi (latte, lacrime, sangue) e, quindi, di dispensare grazie». Da qui il desiderio di «ascoltare» il luogo stesso e di restituirgli una vita, facendo appello anche a riferimenti letterari. «La questione centrale da cui siamo partiti è il dualismo tra trascendente e umano, come nei Fratelli Karamazov.
Lo spettatore va in pellegrinaggio
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