Firenze - La bella gioventù di Buffon. Il capitano allarga le braccia e accoglie i suoi ragazzi: «Zaza mi è sempre piaciuto tanto da avversario. Ora possiamo rovinarlo solo noi... Speriamo faccia due tre-europei e altrettanti mondiali. Quando lo sento parlare vedo molta umiltà e voglia di imparare. E lui sa di essere forte, ma ha la cattiveria per migliorare».
É scatenato su questo tema Buffon, sente l'inizio di una nuova era: «Il discorso vale anche per Ciro Immobile, Mattia Destro e altri. Non è facile oggi imbattersi in giovani che abbiano voglia di chiedere consigli. A me piace questo atteggiamento, in loro rivedo me stesso tanti anni fa con Pirlo, De Rossi, Chiellini. Questi giocatori mi fanno immaginare che abbiamo un domani. Quando mi sono sfogato ai Mondiali, dopo l'eliminazione con l'Uruguay, forse le mie dichiarazioni rilasciate a botta calda hanno avuto una maggiore portata. Non mi riferivo ad uno scontro generazionale, ma ad un modo per valutare. Sono per la meritocrazia, a prescindere dall'età. E sono anche per far maturare i giovani nelle migliori condizioni. Non è un problema di quanti stranieri abbiamo, ma dello loro qualità e di quanto siano convenienti. Riforme? Io intanto partirei dal mettere nell'undici titolare più italiani e meno stranieri. Se abbiamo fallito due mondiali e non abbiamo il serbatoio pieno di talenti significa che a monte qualcosa abbiamo sbagliato».
Il caso del giorno ha il volto di Chiellini. Buffon si chiama fuori dalla polemica rovente: «Credo sia stata applicata una norma che già c'era: con Prandelli chi era infortunato tornava immediatamente a casa. Mi astengo sugli equilibri politici tra Juve e Conte. L'unico debito che abbiamo noi giocatori è quello dei risultati».
L'altro incendio investe Lotito e la presunta invadenza nel Club Italia. Buffon difende senza indugi il presidente della Lazio: «L'ho visto spesso vicino alla Nazionale. Ai tempi dell'Europeo 2008, ma pure quando siamo andati dal Santo Padre in occasione di Italia-Argentina. Lotito non entra nello spogliatoio. E comunque noi calciatori non possiamo dare pareri dopo i risultati modesti da cui veniamo. Ci deve interessare solo il campo».
Il grande assente è Balotelli, ma nessuno pare avvertirne la mancanza, a partire da Buffon: «Nonostante qualcuno pensi che io faccia le convocazioni, certe domande vanno fatte al nostro allenatore. Noi siamo solo giocatori. Mario, per noi, è un compagno di squadra e non abbiamo 50 anni più di lui, nè la presunzione per dire cosa bisogna fare. C'è un tecnico che giudica se un giocatore sia idoneo o meno per essere qui».
Si chiude con una carrellata di giudizi: «Spero sia una Nazionale umile, orgogliosa, cattiva e piena di talento perché quello fa la differenza quando si alza il livello». Poi la bella prestazione con l'Olanda: «Inaspettata considerando la poca intensità delle ultime due gare disputate in Brasile... L'approccio è stato buono rispetto al passato quando faticavamo in amichevole». Le analogie tra il Conte bianconero e quello attuale: «Tante, lui poi è uno che lavora solo al cento per cento dell'impegno. Unico e speciale nel trasferire i suoi concetti. Ci vuole una squadra pronta a dare la propria disponibilità. Come capitò con noi alla Juve tre anni fa».
Infine parole dolci per Pepito Rossi e Cesare Prandelli: «Con Giuseppe c'è un rapporto di grande sintonia. Ci siamo scambiati messaggi. Ricordo ancora la faccia trasfigurata dalla delusione quando seppe di non partire per i Mondiali. Lo apprezzai tanto perché lui teneva alla maglia azzurra. Però ora è anche il momento di rivalutare la scelta di Prandelli di lasciarlo a casa: il ct fu molto criticato.
A Pepito dico di tornare con calma, senza che nessuno gli metta pressione e magari ci aiuterà a vincere l'Europeo o il Mondiale, anche se a quest'ultimo lui ci sarà sicuramente, io non credo...».Monito finale: «Occhio alla Norvegia, squadra tosta».
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