Le 24 ore di Le Mans che cambiano il mondiale del Dovi e della Ducati

Dalla seconda fila di sabato alla caduta di ieri «Colpa mia». Petrucci e Rossi dietro a Marquez

Le 24 ore di Le Mans che cambiano il mondiale del Dovi e della Ducati

Sergio Arcobelli

Le Mans ci restituisce un'Italia delle due ruote più tonica, bella da vedere e gonfia d'orgoglio. Due italiani sul podio del Gp di Francia non è roba di tutti i giorni. Peccato che ci sia un però. Infatti, accade che Andrea Dovizioso, il più atteso della truppa italiana, fresco di rinnovo con Ducati, perda il controllo della sua desmosedici appena andato in testa, e finisca nella ghiaia. Gara finita, dice addio al sogno iridato?

Perché a festeggiare, come due settimane fa a Jerez, è ancora una volta Marc Marquez, sempre più leader del mondiale (+36 su Viñales, ieri anonimo 7°), davanti a Danilo Petrucci, in sella alla Ducati Pramac e a Valentino Rossi, redivivo sul podio come la sua Yamaha sempre in difficoltà. Prima dello sventolare della bandiera scacchi, però, è un festival di cadute. Finiscono gambe all'aria, tra i big, Iannone, Dovi e il poleman Zarco. In ottica iridata, la caduta più fragorosa è quella del ducatista. Anche perché ora il distacco in classifica da Marquez sale a quarantanove punti. Se non è una resa nei confronti del diavolo della Honda, poco ci manca.

Stavolta a rovinare il weekend non sono stati né Pedrosa, né il compagno di marca Lorenzo. Stavolta è farina del sacco di Dovi. E, a differenza di Jerez, questa fa davvero male. Perché prima di quella maledetta curva 6 della quinta tornata il ducatista è al comando della gara, ma commette l'errore di finire un pelo troppo lungo. «Ma perché?» pare chiedersi con le braccia alzate DesmoDovi, lui che è un ragioniere e non sbaglia (quasi) mai una gara. «Errore non da me dirà -, chiedo scusa a Ducati. Uno sbaglio inaccettabile, è una cosa che non puoi permetterti se vuoi giocarti il titolo con Marquez». «Poteva fare una bella gara, eravamo messi bene» racconta il dg di Ducati Gigi Dall'Igna, come dimostrano il 2° posto di Petrucci e il 4° di Miller. «Danilo ha fatto una gara favolosa. Lui al posto di Lorenzo? Se continua così». Al settimo cielo il Petrux: «Ho passato un momento difficile dopo Argentina e Austin, ma ringrazio il team e Ducati per il lavoro fatto perché noi ci impegniamo sul dettaglio e funziona».

Come meravigliosa è stata la gara di Valentino, che ci ha messo del suo per agguantare un podio insperato alla vigilia: «Va bene così, in un momento in cui tecnicamente stiamo soffrendo, spero che sia una spinta per lavorare ancora di più».

Dal canto suo, non si arresta la marcia di Marc Marquez, che eguaglia Casey Stoner a quota 38 successi nella classe regina. «Questa vittoria fa il catalano -, ci dà morale in una pista dove di solito fatichiamo». E questo, in vista del Mugello, deve far riflettere.

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