Le 7 fatiche di Seedorf per non perdere il Milan

Il tecnico si rilancia: "A Marassi l'esame più difficile. Vedo una squadra quadrata ma per l'Europa è dura"

Le 7 fatiche di Seedorf per non perdere il Milan

Magie del calcio italiano. E di quei sette punti in 6 giorni collezionati dal Milan sull'orlo di una seconda crisi di nervi. Prendete Clarence Seedorf, accolto a Milanello come un profeta del nuovo corso, messo poi in discussione non per banali pregiudizi ma per la striscia impressionante di sconfitte accompagnata da qualche scelta pittoresca e discutibili vanità da star. Adesso che la classifica è meno avvilente e qualche ardito calcolo s'affaccia all'orizzonte (Inter a meno 8), può presentarsi alla platea dei cronisti con una battuta: «Vedo anche da parte vostra un ambiente più sereno». Verissimo. Perchè a Milanello come nel resto del Belpaese sono i risultati che scolpiscono l'onorabilità di un team. E qui non c'entrano i miracoli. C'è di mezzo anche il lavoro dello staff tecnico guidato dall'olandese: migliorata nettamente la salute fisica, ritoccato il sistema di gioco secondo dettami tattici più consoni, ritrovata la vena del gol col miglioramento di Balotelli e le prodezze balistiche di Kakà. «Vedo sempre più una squadra quadrata» è il giudizio complessivo del professore da sottoscrivere ma da sottoporre all'esame più impegnativo del prossimo tratto di campionato. «Delle 7 partite che restano, questa col Genoa è la più dura: a Marassi si trasforma, troveremo un ambiente caldo, ha fatto soffrire la Juve» la descrizione attendibile del professore che sa di non potersi illudere.

«Troppe squadre davanti a noi, non solo l'Inter e questo rende più complicato il quadro» la valutazione saggia di Seedorf che sa di dover superare una curva insidiosa. Perchè liquidare il Chievo in poco più di una frazione va bene e serve a vivere una settimana più serena, ma poi misurare i progressi già segnalati a Firenze con il Genoa può diventare un trampolino di lancio per il prossimo anno e non solo. «Piano piano stiamo formando la squadra» continua a segnalare il successore di Allegri che comincia a comportarsi come un allenatore vero. E cioè squadra che vince e convince non si tocca. Così per esempio, nonostante il recupero di Abate tornato nei convocati, sull'argine difensivo di destra lascia Bonera con Constant a sinistra, richiama Mexes (squalifica scontata) in coppia con Rami (e ci stanno bene su Gilardino e Sculli coppia degli attaccanti schierati da Gasperini) cogliendo l'infortunio muscolare toccato a Muntari per riaprire la strada a Montolivo, che è anche il capitano del gruppo. Allontanato, in materia, da Clarence il rischio che esclusioni di potenziali azzurri (Abate, Poli, De Sciglio non ancora rientrato) possano diventare motivo per esclusioni dalla lista dei 23. «Prandelli ha già fatto le sue scelte» è il convincimento dell'olandese. Più laica la sua posizione sul conto di Kakà e del nodo da sciogliere entro il 30 giugno. Resta o lascia Milanello? Seedorf è sulla stessa lunghezza d'onda di Galliani: evitare di fare pressioni sull'interessato. «È giusto lasciargli l'ultima parola» la sua convinzione di fondo. Arricchita dalla perfetta conoscenza dello scenario.

«Ricardo sa cosa pensano e sentono i tifosi e la società, lui al momento vuole concentrarsi sulle ultime sette partite». Sette partite che possono cambiare il destino (oltre che la classifica) non solo del Milan e del suo debuttante allenatore.

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