Ogni volta che si parla di Juventus-Inter o di Inter- Juventus, da cinque anni viene tirata fuori questa storia: Moggi e il post Moggi, lo scudetto degli onesti o lo scudetto di cartone. Il calcio è un dettaglio: dov’è? Cos’è? Qualcuno si ricorda quant’è finita l’ultima sfida tra queste due squadre prima di questa? La partita è il pretesto per parlare di questa grande storia molto italiana: una commedia dell' arte che non fa ridere, semmai fa venire un senso di noia da chiacchiera da bar. Tanto non se ne esce e non se ne uscirà: per i tifosi della Juventus gli scudetti saranno sempre 29 e non 27. Lo striscione è la prova. L’ultima.
I tifosi dell’Inter, invece, considerano roba loro i trofei vinti a fine estate, con la penalizzazione di Juve e Milan. La Figc avrebbe dovuto pensarci prima, invece di chiudere in fretta quella stagione convinta che così si sarebbe risolto tutto. La velocità ha prodotto un mostro giuridico-burocratico che ha distrutto molte più cose di quanto abbia fatto lo scandalo di Calciopoli. Perché alimenta rivendicazioni di chiunque, perché banalizza a dato statistico qualcosa che di statistico ha poco. Così come è ora, Juventus-Inter non durerà mai più 90 minuti. I gol di Boninsegna, Rossi, Platini, Ronaldo, Ibrahimovic, Milito o chiunque altro sono improvvisamente diventati una questione da burocrati del pallone. Quello di Caceres che fa l’uno a zero per la Juventus appartiene alla stessa categoria. Serve alla classifica, sì. Serve a mantenere le distanze con gli avversari. Serve a far godere per una sera gli juventini. Quello di Del Piero, invece, sta da un’altra parte.
Entra nella memoria dei tifosi non per la bellezza, né per l’importanza. Per loro è un risarcimento: vale quelli che contano 29 scudetti. Vale, soprattutto, per quelli che non hanno ancora scelto se sia meglio vincere il campionato o vincere con l’Inter. Ce ne sono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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