Faremo una bella fatica a riprenderci da queste giornate olimpiche passate davanti alla televisione senza audio dopo aver fatto il pieno di luoghi comuni, rimbalzando nel paleolitico del superlativo, con zavorre tecniche, dove tutto sembra confuso. Gli stessi che al calcio fanno le pulci anche per una rimessa in gioco fischiata male, sotto il braciere ibrido diventano buonisti. Giusto celebrare atleti che hanno visibilità ogni quattro anni, ma quest'aria melensa inganna, non aiuta nessuno, nemmeno lo sport che si vorrebbe celebrare, il campione che si fa fatica a presentare.
Sarà anche vero che un po' di sincerità può essere pericolosa e troppa può essere fatale, ma almeno sforzarsi di essere equlibrati. Tutti vorremmo che sul podio ci fosse molta Italia, pur sapendo di essere in uno dei pochi paesi che ancora tiene lontano lo sport dalla scuola, ma qui, fra desiderio e rimpianto c'è quasi sempre spazio per una sciocchezza.
Meglio dare la parola agli opinionisti, alcuni anche molto bravi come il Sacchi ex campione di nuoto, ma, per favore, fate tacere chi urla, certo non soltanto nella Rai, sbraita, esagera, cerca adrenalina fra i telespettatori, fa radiocronache e sbaglia tutte le didascalie, le uniche che servono nelle dirette dove le immagini parlano.
Capiamo l'ansia di far conoscere tanti atleti e molte discipline a cui ci si interessa soltanto quando c'è l'Olimpiade e si misura tutto sul medagliere, ma esagerare rovina ogni buon proposito. Ci sono belle storie da raccontare, si può anche dire che qualche volta si vince e molte volte s'impara, non è obbligatorio avere sempre l'occhio benevolo se vanno in campo atleti a cui basta soltanto partecipare e te le vengono anche a dire con la frase più deprimente prima di ringraziare anche il furiere in caserma: "non capisco la mia prestazione".
Certo col tempo si può anche migliorare, all'inizio sono tutti un po' troppo gasati, nella speranza di essere ricordati come il cantore dell'impresa, convinti che sia la loro.
Sono gli atleti al centro dello spettacolo, chi è fuori può soltanto aiutarci a capire, senza sventolare troppe bandiere. Dateci un buon servizio e benediremo il vostro lavoro accettando persino gli stacchi pubblicitari, quelli pagati e quelli inventati.
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