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Allegri ci prende gusto: "Il bello viene adesso e vogliamo la finale"

"Non è vero che soltanto il Real ha qualcosa da perdere". Tevez promuove baby Morata: «È pronto per questa sfida»

Allegri ci prende gusto: "Il bello viene adesso e vogliamo la finale"

Torino Un altro 5 maggio, oggi. Data che alla Juve evoca dolci ricordi (all'Inter, incubi), senza che ci sia nemmeno il bisogno di specificarne il motivo. Se tredici anni dopo “quel” 5 maggio ne arriverà un altro dal sapore trionfale, lo scopriremo stasera. Semifinale di andata di Champions League, la Signora contro il Real Madrid e scusate se è poco: non ci sarà (probabilmente) un verdetto definitivo, però mandare in archivio la giornata anche solo con un minimo vantaggio significherebbe che davvero i numeri a volte indicano la via. In attesa poi di giocarsi il passaggio del turno il 13, giorno in cui tre anni fa lo Stadium tributò un'ovazione da brividi ad Alessandro Del Piero giunto al passo d'addio: Pinturicchio farà il tifo da innamorato e basta, Buffon e compagni cercheranno invece l'impresa.

A parole, tutti sono convinti di potersela giocare alla pari: senza follia, ma con la consapevolezza di essere cresciuti. Testa sgombra da paure e tensioni, quelle che magari Conte il Cattivone aveva trasmesso e che invece Allegri il Morbido ha cancellato: «Adesso viene il bello» è diventato il ritornello più utilizzato tra i giocatori bianconeri dopo l'accesso alla semifinale. Ci si crede, ecco. E un po' di scaramanzia serve pure, in questi casi: in Champions, Juve e Real si sono incontrate in sei occasioni e i bianconeri hanno passato il turno nell'unica semifinale giocata (anno di grazia 2003, cui però seguì il ko in finale contro il Milan di Ancelotti, ai rigori). Contando anche la coppa Campioni, i precedenti sono invece sedici e il bilancio è pressoché in equilibrio: sette vittorie bianconere, otto dei Blancos e un solo pareggio, nell'ultima sfida.

Inutile immaginare una serata priva di emozioni: comunque vada, sarà un tumulto di vibrazioni. Positive e non. La Juve dispone peraltro di giocatori esperti che vedono in Berlino - dove la coppa sarà alzata al cielo - un altro di quei segnali del destino da interpretare positivamente: Buffon, Pirlo e Barzagli (tuttora azzurri) c'erano nove anni fa e lì intendono tornare. I primi due saranno titolari stasera, il terzo probabilmente no ma cambia poco: Allegri è infatti intenzionato a schierare la difesa a quattro (utilizzata finora 28 volte su 49) con Bonucci e Chiellini centrali, Pereyra trequartista e la coppia Tevez-Morata in attacco. Se così fosse, si vorrà provare a fare la partita (2,28 reti segnate contro 1,28) e non a subirla. Senza andare all'assalto, ovviamente, ma senza timore. Occhi negli occhi. Con il Vecchio Apache (già sul trono europeo con lo United nel 2008, avendo come compagno Cristiano Ronaldo) e il Bimbo (nonché grande ex) Morata pronti a pungere e a spaventare il Casillas certo non irreprensibile di questi tempi. Difficile immaginare altri colpi di scena di formazione, pur se Llorente contro le merengues ha segnato cinque gol ai tempi dell'Athletic Bilbao più i due dello scorso anno quando era già vestito di bianconero. «Credo che Morata sia pronto per una partita di questo livello - lo promuove Tevez -. Chi sbaglierà meno, vincerà: non ci sono favoriti. Se mi aspettavo di arrivare in semifinale? Mi aspettavo di vincere lo scudetto e di lottare il più possibile in Europa: quando la dirigenza è venuta a cercarmi, la Champions era nella testa di tutti». «Loro sono i campioni uscenti - è il pensiero di Allegri - ma non è vero che non abbiamo niente da perdere: abbiamo da perdere il fatto di non arrivare in finale. Dobbiamo giocarci al meglio le nostre possibilità: partiamo alla pari.

La perfezione non esiste, ma dovremo fare grandissime cose sia in fase offensiva che difensiva: non credo i due match finiranno 0-0, quindi bisognerà essere bravi soprattutto nel proporre gioco». Su il sipario: ne varrà la pena.

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