
I problemi adesso sono quel tempone lì e quell'omone là. Nel senso che Nico Rosberg e la Mercedes hanno staccato 1.20.130 ovvero un gran signor tempo e nel senso che il boss un po' meno boss del team, Ross Brawn, ha detto «abbiamo perfettamente chiaro qual è il nostro stato di forma in vista del primo Gp del 17 marzo». Comunque la si rigiri, un doppio problema per tutti.
Perché la macchina germanica, per la prima volta da quando la Casa di Stoccarda ha rilevato la BrawnGp, ha dato impressione di poter essere davvero uber alles; e perché parole e tempi hanno evocato quell'ultimo test di Barcellona 2009 quando l'omone scodellò il doppio diffusore e il mondiale fu solo cosa sua e di Button. Non a caso Hamilton sabato era stato il più veloce e il compagno Rosberg lo è stato ieri (gomme soft).
Fortunatamente, stavolta, se non ufficiale è per lo meno ufficioso che la Ferrari va, la F138 non è ciofeca come la F2012, che Alonso non è arrabbiato come nell'ultimo anno, che Massa è tornato a pilotare come si deve anche aiutato dalle gomme Pirelli che pare valorizzino i piloti pestoni e non i raffinati del polimero tipo Button (a proposito, 3° su McLaren).
Felipe è rimasto però lo stesso alla voce iella. Almeno a giudicare dal portamozzo imploso sabato e dalla Ferrari finita su tre ruote. Ieri Alonso ha staccato con facilità il secondo crono di giornata e dei test (1.20.494, soft) e nel frattempo si è dedicato a prove varie di aerodinamica (scarichi sempre più estremi) e confronti gomme.
Nel farlo avrà dato un'occhiata al bell'andare delle Sauber (Hulkenberg 4°, 1.21.541), alla velocità con problemi qua e là (ieri cambio) della Lotus (5ª) e sicuramente avrà ignorato i 2'' presi da Vettel (8°, 1.22.514).
Seb e il bolide bibitaro si sono certamente nascosti, tirando dritto coi loro piani di sviluppo.
POLEmicamente
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