Pirlo si prende l'Italia di Conte

Il regista supera Zoff e ammette: "Sono tornato in azzurro solo per questo ct. Ci farà vincere"

Pirlo si prende l'Italia di Conte

Da Palermo, campo da sempre favorevole agli azzurri (nove vittorie in 11 sfide e un solo k.o. con la Croazia venti anni fa, oltre a 21 reti segnate) inizia la rincorsa all'Europeo di Antonio Conte. Qui il suo predecessore Prandelli ottenne il pass per il Mondiale e sempre al Barbera Marcello Lippi iniziò il biennio azzurro che lo portò ad alzare la Coppa a Berlino. L'approccio casalingo alle qualificazioni è morbido, un Azerbaigian già battuto nei due precedenti (2-0 a Baku nel 2002 e 4-0 a Reggio Calabria nel 2003, il ct era Trapattoni) e precipitato al 95° posto del ranking Fifa.

Mai fidarsi delle piccole, Antonio Conte ripeterà il concetto come un mantra ai suoi giocatori anche prima della sfida con Malta. Ma l'Italia è imbattuta, in gare di qualificazione agli Europei, da 21 incontri di fila (ultimo k.o. a Parigi contro la Francia nel settembre 2006), non prende gol dal 2007 (con Far Oer a Parma) e in casa non perde dal 1999 (2-3 con la Danimarca a Napoli). «Abbiamo acceso la fiammella con le prime partite, ora dobbiamo continuare a coltivare questa passione: per noi le prossime due sfide sono vita, servono punti per la qualificazione - così Conte sul doppio impegno in 4 giorni -. Non mi piace fare calcoli, pensiamo ad arrivare primi nel girone e a guadagnarci la qualificazione quanto prima, chi ha tempo non aspetti tempo». Con l'augurio che in futuro ci sia «sempre più coraggio per far esordire e giocare giovani italiani».

Il nuovo ct ha dovuto fare i conti con gli infortuni, un po' come molte squadre di serie A. Il centrocampo è stato il reparto più bersagliato: De Rossi era indisponibile, poi hanno marcato visita Bonaventura, Verratti (rimasto però nel gruppo ma forse utilizzabile solo a Malta) e ieri Thiago Motta, fermato da una tendinopatia all'adduttore. Richiamato in fretta e furia Andrea Pirlo, che proprio contro gli azeri fece il suo esordio dodici anni fa e stasera collezionerà la sua presenza numero 113 (supererà Dino Zoff), avendo sgomberato la testa da quel cattivo pensiero legato a un suo ritiro dalla Nazionale. «L'unica persona per cui avrei potuto cambiare idea era proprio Conte, c'è un progetto importante per questi due anni e con un allenatore come lui c'è da divertirsi e la possibilità di vincere», sottolinea il centrocampista. «Andrea è stato un giocatore importante per me nel club e lo sarà altrettanto in Nazionale. Le alternative ci sarebbero ma sta bene e gioca lui», così Conte sullo juventino, chiamato a dirigere l'orchestra azzurra.

E se nella truppa è stato siglato l'armistizio tra bianconeri e giallorossi dopo i veleni di domenica, colui che ha deciso l'ultimo Roma-Juve dell'Olimpico ha dovuto lasciare i compagni. Osvaldo va a casa per uno stiramento all'adduttore, l'Inter e la Nazionale lo perdono per un mese.

Vista l'esclusione (definitiva?) di Balotelli, l'accantonamento di Cassano e i problemi fisici ormai cronici di Rossi, l'asse dell'attacco prandelliano è ormai cancellato totalmente. Con gli «ignoranti» (usando il termine da loro coniato) Zaza e Immobile ormai titolari e nuovi gemelli azzurri del gol. E con la novità - per la Nazionale - Pellè in rampa di lancio.

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