Antonio, la ex e quei cinque scudetti di fila

Antonio, la ex  e quei  cinque scudetti di fila

Un'omelia più che una conferenza stampa. Sarà per il tono di voce del nuovo allenatore. Sarà per il contegno aziendalista ai massimi dell'amministratore delegato, sarà per l'allestimento dell'incontro, più da circolo sessantottino che da grande club quale l'Inter è, questa prima domenica milanese e nerazzurra di Conte Antonio è scivolata via senza una memoria forte. Due ex juventini alla scrivania e un interista campione del mondo, Oriali Gabriele, in prima fila con a fianco Ausilio Piero, un altro vecchio cuore. Assente il presidente cinese, dunque l'Inter gioca sul proprio passato cercando un futuro che, fuori dalle parole da breviario del tecnico salentino (il sudore, noi prima dell'io, uomini prima di calciatori, testa bassa e pedalare) ha un solo obiettivo: lo scudetto, perché questo significa l'assunzione di Conte che è il migliore allenatore italiano al mondo e non ha accettato di tornare in serie A per il gusto di vivere a Milano. Lo ha fatto perché quei cinque titoli consecutivi, con tutto il resto, ottenuti dalla sua ex squadra, una volta lui partito, gli stanno sullo stomaco, di giorno e di notte e c'è un solo antiacido per sconfiggere il bruciore: battere la Juventus, non soltanto nelle due partite dirette ma proprio in campionato se non, addirittura, nella corsa alla Champions. Per ottenere lo scopo ha chiesto e ottenuto la testa di due figure importanti, Icardi e Nainggolan, la pagella dei quali non ha bisogno di ulteriori note e giustificazioni, non sono rimandati a settembre ma bocciati e basta. Strano che sia Icardi sia Nainggolan non abbiano ricevuto la comunicazione via sms, come accadde a Diego Costa, ma Beppe Marotta ha ben altra sensibilità e rispetto degli uomini.

Non c'è altro se non quel gorgoglio di vocali che ormai accompagnano le parole

dell'ex tecnico del Chelsea. Non c'è altro se non lo scudetto che arriverebbe dopo dieci anni di attesa, tra sogni, promesse, delusione e rabbia.

In caso contrario, per Conte la prossima stagione sarebbe «agghiaccianteeee».

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