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Da Aru a De Marchi, la giovane Italia di Cassani

Da Aru a De Marchi, la giovane Italia di Cassani

Anche nelle altre lingue è chiamata "La Squadra". E' a suo modo un marchio del grande Made in Italy. Per anni ha significato una specie di dream team azzurro capace di inventarsi nel giorno del Mondiale orgoglio tricolore e spirito solidale, caricando il medagliere di tanti metalli preziosi. Da qualche stagione però una crisi profonda ha falcidiato le nostre quotazioni nelle gare in linea (lo sanno pure suore e pettinatrici: l'ultima corsa monumento vinta è il Lombardia di Cunego, 2008). Considerando che la gara Mondiale è la madre di tutte le corse in linea, si può ben capire come siamo ridotti.

In situazioni simili, resta solo una possibilità: voltare pagina e ricominciare da zero. Così nel 2014 ha deciso la federazione, ricominciando da un nuovo cittì, il fedelissimo con sangue azzurro nelle vene, Davide Cassani. A lui l'arduo compito di ripartire, senza pressioni e ossessioni. Al suo primo tentativo, gli va subito detto bravo: decidendo la formazione (nove titolari e due riserve da nominare più avanti), punta tutto sui giovani. Se perdere dobbiamo, perderemo almeno con coraggio, esuberanza, passione. Scelte decise, senza guardare in faccia a nessuno, nemmeno ai potenti del gruppo come Pozzato, fuori con il broncio. Scelte come devono essere le scelte di una guida forte, che non teme le responsabilità. In mezzo ai ragazzini figurano comunque i Nibali e i Visconti, ad alzare i carati della comitiva, così come gli omonimi Caruso (Giampaolo e Damiano), nonché le navi scuola come Quinziato e Bennati. Quanto ai baby, più o meno maturi, più o meno acerbi, spazio al grande Aru di Giro e Vuelta, spazio al cuore enorme dell'attaccante De Marchi, spazio a Colbrelli (secondo ieri nella Tre Valli vinta da Albasini), Formolo e Zardini, che ci hanno dato dentro nelle premondiali.

Il Mondiale di Spagna (Ponferrada, domenica 28 settembre) si presenta perfetto per un uomo veloce, ma dotato di fondo. Diciamo per uno sprinter che non soffra il primo cavalcavia. Esattamente quel genere di corridore che a noi manca. L'idea di Cassani, quindi, è di una logica solare: cercheremo di evitare l'arrivo in volata, creando una corsa massacrante dall'inizio. E' una sfida molto complicata, ma è l'unica che ci resta. Non abbiamo "La Squadra", abbiamo "La Squadretta": comunque vada, farà un'ottima scuola per il futuro. Purchè la faccia sputando l'anima.

Sperando che prima o poi questo futuro arrivi.

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