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E l'Italia è pronta a non inginocchiarsi

Anche gli azzurri noin hanno presentato richiesta all'Uefa. E il tempo è scaduto

E l'Italia è pronta a non inginocchiarsi

Firenze. La Nazionale che sta incantando l'Europa per la qualità del gioco e la personalità con cui lo propone, in queste ore di avvicinamento agli ottavi di finale a Wembley contro l'Austria, deve fare i conti anche con una decisione di natura etica: gli azzurri si inginocchieranno oppure no prima del fischio di inizio per la campagna contro il razzismo?

Un tema che sta movimentando il dibattito generale e che ha scatenato anche polemiche e sottolineature da parte del mondo della politica, a cominciare dal segretario del Pd Letta che aveva parlato di «brutta scena» con il Galles e che «i calciatori italiani nella prossima partita avrebbero dovuto inginocchiarsi». Molto più sensibile, invece, il presidente federale Gravina che parlando di sfera personale di ogni singolo uomo aveva lasciato, come è giusto che sia, il libero arbitrio agli azzurri. In sintonia totale con Gravina anche il presidente dello sport italiano Giovanni Malagò. Ognuno fa quello che sente secondo le proprie sensibilità, altro che diktat politici.

Oggi alla vigilia della sfida di Londra parlerà il capitano Bonucci (lui era tra quelli che non si erano inginocchiati) in conferenza stampa e probabilmente sapremo quale decisione finale avranno preso gli uomini di Mancini. Ne hanno discusso ieri in ritiro a Coverciano e lo rifaranno oggi, magari l'ultima parola sarà rimandata a domani prima della sfida, ma sembra che la squadra viaggi verso una strada collettiva. Al momento gli scenari preponderanti sarebbero due: inginocchiarsi o no, ma tutti insieme. Però a ieri sera non erano arrivate richieste al protocollo Uefa da parte della Figc né dai colleghi della federazione austriaca - la squadra infatti che decide di inginocchiarsi lo deve comunicare anticipatamente - e questo lascerebbe intravedere la seconda ipotesi. La possibilità, invece, che si riproduca la situazione prima del Galles quando solo 5 azzurri si sono inginocchiati e un altro a metà - Chiesa infatti aveva dato l'impressione di abbozzare il gesto -, adesso pare più remota. Di sicuro la scelta collettiva cozzerebbe con le modalità delle singole prese di posizione, ma andrebbe a consolidare la filosofia del gruppo azzurro, un mono blocco granitico su qualsiasi terreno. Infine c'è da segnalare che la federcalcio austriaca ha pubblicato un tweet in cui si vede una bandiera arcobaleno affissa ad una tribuna dello stadio con i colori della nazionale: «Il nostro simbolo di solidarietà e diversità: il calcio è per tutti».

Ora aspettiamo il campo.

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