Domenico Latagliata
Per oltre un'ora il Belgio dei (tanti) piedi buoni aveva dovuto ringraziare la capoccia di Alderweireld, centrale del Tottenham: era stato infatti lui, dopo una decina di minuti, a battere l'ormai celeberrimo quarantenne Kiraly deviando una punizione telecomandata di De Bruyne. Troppo superiore la tecnica degli uomini di Wilmots e troppo ampio anche il divario di valutazione dei vari protagonisti, se si pensa che i soli De Bruyne e Hazard costerebbero al mercato odierno oltre 65 milioni, più del doppio dell'intera nazionale ungherese. Eppure, al termine di un primo tempo aperto, il Belgio si trovava avanti di una sola rete: Kiraly era infatti stato splendido in almeno un paio di circostanze, prima deviando sulla traversa una punizione di De Bruyne e poi neutralizzando una botta ravvicinata di Mertens. Quanto a Courtois, si era un minimo spaventato solo nel finale, quando un paio di conclusioni da fuori area di Lovrensics e Dsudzsak terminavano comunque fuori dallo specchio.
Ai punti, insomma, molto meglio il Belgio, illuminato dall'estro di Hazard (tra qualche settimana agli ordini di Conte, in casa Chelsea) ma non sufficientemente preciso sotto porta.
Siccome però il calcio è sport strano per eccellenza, l'Ungheria sfiorava il pareggio nella prima metà della ripresa con Pinter (bravo Courtois) e Juhasz: nulla però cambiava, fino a quando Hazard riaccendeva la luce, prima permettendo al neo entrato Batshuayi (nel mirino della Juve) di spingere la palla in rete e poi inventando un destro a giro dal limite. Chiudeva infine Carrasco. Adesso, per il Belgio battuto dall'Italia all'esordio, la pratica Galles: magari non del tutto agevole da sbrigare, ma certo avversario tra i più auspicabili alla vigilia del torneo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.