"Berlusconi mi ha chiamato. Non potevo dirgli di no"

Montolivo sarà l'uomo-chiave davanti alla difesa da blindare Il Botafogo: "Buona fortuna..."

"Berlusconi mi ha chiamato. Non potevo dirgli di no"

L'uomo che non ha saputo dire di no a Silvio Berlusconi ha chiuso le valigie in Brasile, ha salutato il club che lo aveva accolto come un profeta, il Botafogo, ha troncato di netto col calcio giocato dopo 22 anni di onoratissima carriera e si è messo in viaggio per Milano. Arriverà oggi alle 18.30 a Linate: «In tempo per vedere un pezzo di partita». Ha consumato le ultime ore brasiliane per definire gli accordi col Botafogo, riscuotere qualche stipendio, prima di presentarsi a Milano, firmare un contratto lungo due anni e mezzo e prendere posto nella stanza numero 5 di Milanello, quella destinata all'allenatore. L'uomo in questione, che fa già discutere gli addetti ai lavori e ha diviso l'opinione pubblica in due partiti, gli scettici e quelli sicuri del suo successo, è naturalmente Clarence Seedorf, il prescelto per rifondare il Milan tornato in cima ai pensieri di Silvio Berlusconi. «É stata una decisione difficile dopo una notte complicata durante la quale ho rivisto tutta la mia carriera ma quando mi ha chiamato il presidente Silvio Berlusconi non potevo dire di no» la confessione pubblica del successore di Allegri che ha convocato una conferenza-stampa per dare il grande annuncio.

«Sarò l'allenatore del Milan» si è auto-proclamato battendo sul tempo l'informazione rossonera come fece ai suoi tempi Napoleone. Nessuna meraviglia, conoscendo il personaggio. «Lascio una squadra qualificata per la Libertadores, è molto migliorata nella mentalità» il commiato rivolto al passato prima di garantire per il futuro la capacità di «adattarsi velocemente» al nuovo mestiere. «Io l'ho allenato, ha personalità e talento, vedrete farà grandi cose anche da allenatore» il pronostico convinto da Madrid di Carlo Ancelotti. Opposta la previsione di Cesare Maldini, papà di Paolo, un'altra generazione, altre abitudini. «Io avrei scelto chi ha fatto un po' di gavetta» la sua idea che è condivisa da moltissimi, l'ennesimo luogo comune del calcio italiano che si diverte poi a smentirsi (come per Kakà, tanto per citare l'ultimo esempio).

L'uomo che non ha voluto dire di no a Silvio Berlusconi e che è pronto a tornare dove ha sempre pensato di arrivare, sulla panchina insomma, fin dai giorni del suo polemico commiato da Allegri e Galliani, è in attesa della deroga della federcalcio e del settore tecnico di Coverciano, che ieri han ricevuto la documentazione proveniente da Amsterdam: entro aprile concluderà il corso Uefa pro che lo abiliterà definitivamente. Un dettaglio per l'interessato ma Galliani ha dovuto chiamare al telefono Abete e Rivera per bruciare i tempi e consentire al “panterone“ di debuttare domenica prossima, contro il Verona, a San Siro, dinanzi al pubblico amico. Clarence avrà tempo per raccontare e spiegare la sua idea di calcio e di Milan, di sicuro non potrà contare su una deroga al precetto finanziario che prevede per il club il pareggio di bilancio e l'impossibilità quindi di procedere ad acquisti onerosi. Il “no“ a sforare il budget per reclutare Nainggolan dal Cagliari (valutazione quasi 20 milioni) non subirà modifiche. «Serviranno le idee» continuano a ripetere i suoi ammiratori. E di idee, innovative e non, Seedorf è sicuramente dotato. A cominciare da quella per allestire il nuovo centrocampo dove Montolivo è destinato ad assumere il comando del gioco e la posizione centrale, a spese di De Jong (ieri finito ko) che è il classico recupera-palloni. La scommessa è valorizzare il trio delle meraviglie, Balotelli-Kakà-Honda.

Dovrà fare una magia per trasformare una difesa colabrodo (30 gol subiti) in un portone blindato. Il presidente del Botafogo gli ha consegnato la maglia con la scritta “buona fortuna“. Ecco: l'uomo che non ha saputo dire di no a Silvio Berlusconi avrà bisogno anche di una bella dose di fortuna.

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