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Bettarini jr racconta: "Ho rischiato di morire. Ora voglio fare il calciatore"

Il figlio di Stefano Bettarini e Simona Ventura Niccolò ha raccontato quei terribili momenti in cui ha rischiato di perdere la vita: "Lo rifarei ancora e ancora. Per un amico combatterò sempre. Mentirei se ora dicessi che quel gesto avventato che poteva costarmi la vita, Me lo potevo anche evitare"

Bettarini jr racconta: "Ho rischiato di morire. Ora voglio fare il calciatore"

Niccolò Bettarini è tornato a parlare a distanza di tre settimane dall'aggressione subita fuori da una nota discoteca di Milano, l'Old Fashion. Il figlio di Stefano Bettarini e Simona Ventura è intervenuto per difendere un amico e per tutta risposta si è preso undici coltellate. Il giovane Niccolò, ai microfoni della Gazzetta dello Sport ha ripercorso quella nottata terribile che poteva costargli la vita:"Lo rifarei ancora e ancora. Per un amico combatterò sempre. Mentirei se ora dicessi che quel gesto avventato che poteva costarmi la vita me lo potevo anche evitare". Bettarini ha poi raccontato: "Era ora di rientrare a casa, ma dall’altra parte della strada la mia migliore amica, Zoe, ha iniziato a chiamarmi, urlandomi che stavano picchiando il nostro amico Andrea, un pr e organizzatore di eventi che conoscevo da parecchio tempo a cui Zoe era legatissima. Tre ragazzi lo accerchiavano e così mi sono buttato su di loro per difenderlo. Da lì è iniziato il finimondo. È stato un istinto di protezione fortissimo che non avrei potuto reprimere. Non sono tipo da pormi domande se c’è di mezzo un amico, darei la vita per i miei amici. E infatti stavo per perderla, la vita".

Il primogenito di Simona Ventura ha poi parlato della reazione dei suoi genitori: "Più che delle parole ho sentito un pianto liberatorio. E più che dolore ho sentito un sollievo, la gioia di parlarmi prevaleva sul resto. Vedermi poi l’ha rassicurata, so che ha passato delle ore terribili, a pensare al peggio che poteva accadermi. È stata malissimo e questo mi strazia. Mio padre non si era mai fatto vedere piangere in tutta la nostra vita insieme, appena è entrato in ospedale non è riuscito a trattenere le lacrime. L’ho sempre visto come un uomo forte, per la prima volta mi è apparso fragile. Ma questa esperienza ci ha avvicinato ancora di più”. Bettarini jr, infine, ha parlato della sua voglia di emergere come calciatore: "Voglio fare il calciatore. Questo è il mio sogno, grazie anche a mio padre che mi ha trasmesso la passione per questo meraviglioso sport pieno di valori: lo spogliatoio, il rispetto per il prossimo, la voglia di aiutarsi a vicenda. Questo è uno sport che ti forma nel carattere. Ci sono momenti belli come bui, esattamente come nella vita. Mio padre non mi ha mai voluto forzare nel calcio dicendomi che ognuno deve fare ciò che ama. Ero intimorito dal confronto con lui all’inizio, poi ho capito che era uno stimolo per dare di più e dimostrare chi fossi al di là del mio cognome. Ho avuto due anni difficili con alcuni infortuni mentre mi allenavo con la Triestina, a cui sarò sempre eternamente grato per avermi dato la possibilità di riprendere a giocare. Spero di iniziare a fare sul serio con loro e dare il meglio di me sul campo. Mi hanno insegnato che ci vuole dedizione, allenamento, impegno.

Io ci proverò fino alla fine perché con questa squadra ho avuto l’opportunità di confrontarmi con i professionisti: questo mi consente di imparare tecnicamente e caratterialmente".

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