Far meglio di Alen Boksic ed entrare nel cuore dei tifosi bianconeri come fece Igor Tudor. Mario Mandzukic sarà il settimo croato a vestire la maglia della Juventus. Gli ultimi due, in ordine di tempo, sono stati Dario Knezevic e Robert Kovac, difensori che non hanno lasciato un segno indelebile nella storia bianconera. Il primo fu il promettente Zoran Ban nella stagione 1993/94, attaccante all'epoca ventenne che non riuscì a ritagliarsi spazio nelle formazione allenata da Giovanni Trapattoni. Gli altri tre, invece, hanno salutato Torino con almeno due trofei: il terzino mancino Robert Jarni campionato e coppa Italia nel 1995, anno della prima Juve di Lippi; l'attaccante Boksic campionato, Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale nel 1996/97, sempre con Lippi alla guida; e l'eclettico Tudor due campionati, due supercoppe italiane e anche il campionato di Serie B 2007, nei suoi sette anni in bianconero.
In generale è stato proprio Tudor, il gigante di Spalato, jolly difensivo e di centrocampo, a lasciare i ricordi migliori tra i croati transitati per il club della famiglia Agnelli. Igor non è riuscito a sollevare nessun trofeo internazionale con la Juventus, ma nella stagione 2002/03 ci è andato vicinissimo, sconfitto solamente ai rigori nella finale Champions all'Old Trafford contro il Milan. Tutti i tifosi bianconeri lo rievocano ancora per la prodezza, tiro al volo dal limite spostando un certo Pavel Nedved già pronto alla conclusione, in quell'edizione della Champions League: gol del 3-2 al Deportivo La Coruna che permise alla formazione allenata da Lippi di raggiungere i quarti di finale. Boksic perse la clamorosa finale di Monaco contro il Borussia Dortmund, giocando 88 minuti nell'ultimo atto senza incidere, dopo aver realizzato quattro reti in quella avvincente stagione europea per i bianconeri.
Mandzukic, quindi, reduce da 68 reti in 131 presenze nelle ultime tre stagioni tra Bayern Monaco e Atletico Madrid, tenterà di emulare le gesta dell'unico slavo riuscito a vincere la Champions League con la maglia della Juventus: Vladimir Jugovic (serbo), che nel 1996 all'Olimpico di Roma calciò anche uno dei rigore decisivi. Allargando lo sguardo ai giocatori dell'ex Jugoslavia che si sono tinti di bianconero negli ultimi vent'anni, il bilancio è sicuramente positivo: Kovacevic (serbo), Salihamidzic (bosniaco) e Vucinic (montenegrino), pur non avendo scritto pagine leggendarie nella storia del club, meritano citazioni di tutto rispetto. Zoran Mirkovic (serbo) molto meno, mentre Milos Krasic (serbo) partì bene, ma si perse presto, confinato in panchina da Antonio Conte. Toccherà a Massimiliano Allegri riuscire a valorizzare il colosso di Slavonski Brod, pagato 15 milioni di euro più 3 di bonus. Sarà il primo croato che il tecnico toscano allenerà in Serie A: una bella scommessa, stimolante per entrambi, ma soprattutto per l'attaccante.
Dopo esser stato il primo croato a segnare in una finale di Champions (2013, poi emulato da Rakitic quest'anno), potrebbe diventare il secondo croato a vincere due edizioni della Uefa Champions League. Il primo fu il milanista Dario Simic (2003 e 2007).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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