Brividi d'altri tempi per la Spal tra le grandi. Un primo posto nel nome dell'essenzialità

Due gol e sei punti per la squadra di Semplici. Capolavoro "nato" l'anno scorso

Brividi d'altri tempi per la Spal tra le grandi. Un primo posto nel nome dell'essenzialità

Due partite, due vittorie, due gol segnati e nessuno subito, sei punti, primo posto. Un modello di economia degli sforzi e degli spostamenti, la Spal, che nelle prime due giornate si è allontanata da casa di neanche 50 chilometri alla volta: debutto in trasferta al Dall'Ara contro il Bologna, debutto in casa al Dall'Ara contro il Parma, in attesa che il 16 settembre riapra, contro l'Atalanta, un ampliato e splendido Stadio Mazza, completamente coperto ed elevato al giusto ruolo di fortino, o almeno così si spera.

Il 2 su 2 iniziale non si verificava dal 1959-60 (2-1 a Napoli, 3-1 al Vicenza, quinto posto finale alla pari con Bologna e Padova): una vita fa in termini cronologici, ma da quel momento sono passati solo' nove campionati di A, dalla quale la Spal è mancata dal giugno 1968 all'agosto dello scorso anno.

E proprio nei mesi finali del 2017-18 è nata la squadra attuale: le sole due sconfitte nelle ultime 13 gare avevano portato alla salvezza e confermato la validità di aver puntato su alcuni giocatori e aver dato fiducia, anche nei momenti bui di metà stagione, all'allenatore Leonardo Semplici, 51 anni, arrivato nel dicembre del 2014 con la Spal dodicesima in Lega Pro, insomma in terza serie, prima delle due promozioni in tre anni. Sei titolari della gara decisiva del 20 maggio scorso contro la Sampdoria lo erano anche domenica contro il Parma, e nel frattempo la rosa è migliorata grazie a innesti anche tardivi e dunque non necessariamente pronti. Tra quelli subito in mischia c'è Andrea Petagna, nipote di quel Francesco che sulla panchina della Spal fu dal 1964 al 1969, lanciando giocatori come Fabio Capello, Albertino Bigon ed Edy Reja, anche se fu con lui che arrivò la retrocessione del 1968.

La potenza di Petagna, la visione di Mirco Antenucci autore dello spettacolare gol decisivo al Parma, la volontà di giocare, tramite i piedi di Pasquale Schiattarella, Jasmin Kurtic e Simone Missiroli, nel 3-5-2 sempliciano con Fares e Lazzari a spingere sulla fascia: è una Spal che cerca il movimento e il possesso palla (58,4% finora) e a sentire Semplici i problemi maggiori li ha soprattutto quando esagera nella sicurezza e la palla la perde in condizioni pericolose, peraltro sempre stoppate.

Salutiamo la capolista finché c'è, perché tutti sanno che i sei punti contano soprattutto verso la salvezza, e intanto godiamoci la luce che splende sulla Spal e su Ferrara, squadra e città spesso bistrattate in una regione che nel calcio sale e scende, ad alti livelli: domenica, mentre i biancazzurri vincevano al Dall'Ara, a 25 chilometri di distanza, a Budrio, il Modena rinato da pochi

mesi debuttava nella Coppa Italia di serie D contro il Mezzolara. Stessa categoria, stessa avversaria, stesso stadio in cui il 2 settembre del 2012 proprio la Spal aveva ripreso la sua corsa dopo il fallimento. Ma tu guarda.

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