È capace d'incantare la platea dei giornalisti anche se non ha ancora stregato né Milanello né quel che resta del Milan di un tempo. È il destino, crudele, di Brocchi e dei tanti che come lui nel calcio hanno mostrato la fede degli illuminati. Eppure non ha rinunciato a una sola delle sue idee dopo la figuraccia di Verona. «Se hanno prodotto risultati con giocatori meno evoluti, funzioneranno a maggior ragione qui» è la sua convinzione. «Verona? Nei momenti di difficoltà, invece di comportarsi da gruppo, il Milan pensa di provvedere con il colpo del singolo».
E che la sua strada sia in salita certo non l'ha mandato in tilt: «Anche i grandi di questo settore, come Sacchi, Guardiola, Sarri all'inizio col Napoli, hanno attraversato momenti negativi. Persino Di Francesco al primo anno di Sassuolo. Lo stesso Allegri, oggi osannato». Il nemico è il poco tempo a disposizione, ad aiutarlo il sostegno della società e di Silvio Berlusconi («uno che ama il Milan come nessun tifoso può immaginare»).
«Ho studiato calcio da 5 anni, da 3 ho messo in pratica le mie idee nel settore giovanile e se non riuscirò a farlo qui, le attuerò da un'altra parte» la sua promessa, consapevole del fatto che senza risultati «sarà fallimento». A cominciare da oggi col Frosinone.FOrd
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