L’eco di quella frase a caldo dopo la «rovente» sfida Milan-Juve lo segue fino a Genova, dove ieri ha raggiunto il gruppo della Nazionale. E durante l’allenamento a «La Sciorba», sarà il più applaudito insieme all’ultimo arrivato Borini. Gli attacchi a Gigi Buffon piovono da più parti, il popolo del web è in maggioranza schierato contro il portiere bianconero. Persino la moglie Alena Seredova, di solito lontana dai suoi fatti lavorativi, fa scudo: «Penso che stavolta sia stato preso tutto un po’ troppo sul serio, si vede che i nervosismi sono a livelli alti, credo che la polemica si faccia perchè quello di Gigi è un nome importante».
«Sono molto più leale di tanti retorici che si accaniscono dietro determinate frasi...», continua a ripetere Buffon, che secondo molti, in nome del codice etico, non avrebbe dovuto essere convocato in azzurro. «Non ho mai pensato di togliergli la fascia di capitano - rilancia invece il ct - , Gigi ha una grande credibilità e non ha bisogno di essere difeso. Nel post partita i giocatori sono ancora tesi, poi a mente fredda può correggere ciò che ha detto a caldo. Ma non possiamo pretendere che in quei contesti un giocatore aiuti l’arbitro».
Aiuto che invece viene invocato dal presidente dei fischietti Nicchi. Che attacca frontalmente Buffon: «Il mio portiere, il capitano della Nazionale ha detto cose che si poteva risparmiare, che non sono esempio per i giovani ».«Retorica avvilente, quasi stucchevole -la replica stizzita - . Ognuno ha il proprio ruolo, altrimenti arbitrano i giocatori ed è finito il discorso... E ognuno ha il suo pensiero, io lo rispetto e mi aspetto di essererispettato. Non sono mai stato ipocrita e non ho mai compiuto gesti di slealtà, soprattutto in campo, ridirei le cose che ho detto sul gol fantasma perchè diversamente mi prenderei una responsabilitàmagari in una finale del mondiale. Dovrei affossare la mia squadra e non avrei la forza».
Una sponda inattesa per il portieredella Juve arriva dal milanista Thiago Silva, pure incredulo per l’errore del guardalinee. «Avrei sicuramente detto e fatto la stessa cosa. Il calcio è la mia vita e il mio lavoro, non avrei parlato». Giudizio sottoscritto anche dall’ex ct azzurro Lippi, che conosce bene il numero uno della Nazionale: «È una polemica assurda, il 99,9 per cento dei calciatori avrebbe detto le stesse parole di Gigi, che è un personaggio solare e chiarissimo, anche su argomenti più scabrosi».
Anche De Rossi, pure protagonista di un gesto di fair play in un Roma-Messina del 2006 quando segnò di mano e lo disse all’arbitro che poi annullò il gol, spezza una lancia per lo juventino: «Togliergli la fascia in azzurro? Adesso c’è questa moda visto che in Inghilterra per cose più gravi si è arrivatia questi provvedimenti. Io se segnassi un gol di fuorigioco, non andrei certamente a dirlo all’arbitro... ». Persino il presidente dell’Uefa Platini, che vorrebbe più arbitri piuttosto che l’ausilio della tecnologia, interviene sull’argomento: «Buffon ha esagerato con le parole,ma sarebbe stato più interessante se l’arbitro avesse chiesto a lui se era o meno gol...».
Il tema è di attualità anche a Coverciano, dove i tecnici di A e B si ritrovano per assegnare la Panchina d’oro a Guidolin. «Apprezzo l’uomo Buffon e la sua sincerità», così l’allenatore dell’Udinese al quale si allinea il collega del Napoli Mazzarri: «Con la carriera e la serietà di Buffon, se non l’ha detto va capito e anche rispettato».
Il milanista Allegri, parte in causa, cerca di chiudere il caso: «Dico solo che, siccome giochiamo ogni tre giorni, quando dici una cosa poi sistematicamente succede il contrario la settimana dopo, quindi dovresti rimangiarti quello che hai detto». Più duro Zeman: «Di solito durante una partita nessuno direbbe se il pallone è entrato in porta o no, dopo la gara però si deve ammetterlo. E chi lo fa è soloonesto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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