Buffon difende la sua etica: "Io più leale di tanti retorici"

Il mondo del calcio pro e contro. La moglie lo difende: "Si esagera". Zeman: "Dirlo dopo è onesto". Platini: "Ha ecceduto con le parole"

Buffon difende la sua etica: "Io più leale di tanti retorici"

L’eco di quella frase a caldo dopo la «rovente» sfida Milan-Ju­ve lo segue fino a Genova, dove ie­r­i ha raggiunto il gruppo della Na­zionale. E durante l’allenamento a «La Sciorba», sarà il più applau­dito insieme all’ultimo arrivato Borini. Gli attacchi a Gigi Buffon piovono da più parti, il popolo del web è in maggioranza schierato contro il portiere bianconero. Per­sino la moglie Alena Seredova, di solito lontana dai suoi fatti lavora­tivi, fa scudo: «Penso che stavolta sia stato preso tutto un po’ troppo sul serio, si vede che i nervosismi sono a livelli alti, credo che la pole­mica si faccia perchè quello di Gi­gi è un nome importante».

«Sono molto più leale di tanti re­torici che si accaniscono dietro determinate frasi...», continua a ripetere Buffon, che secondo mol­ti, in nome del codice etico, non avrebbe dovuto essere convoca­to in azzurro. «Non ho mai pensa­t­o di togliergli la fascia di capitano - rilancia invece il ct - , Gigi ha una grande credibilità e non ha biso­gno di essere difeso. Nel post par­tita i giocatori sono ancora tesi, poi a mente fredda può corregge­re ciò che ha detto a caldo. Ma non possiamo pretendere che in quei contesti un giocatore aiuti l’arbitro».

Aiuto che invece viene invoca­t­o dal presidente dei fischietti Nic­chi. Che attacca frontalmente Buf­fon: «Il mio portiere, il capitano della Nazionale ha detto cose che si poteva risparmiare, che non so­no esempio per i giovani ».«Retori­ca avvilente, quasi stucchevole -la replica stizzita - . Ognuno ha il proprio ruolo, altrimenti arbitra­no i giocatori ed è finito il discor­so... E ognuno ha il suo pensiero, io lo rispetto e mi aspetto di essererispettato. Non sono mai stato ipocrita e non ho mai compiuto gesti di slealtà, soprattutto in cam­po, ridirei le cose che ho detto sul gol fantasma perchè diversamen­te mi prenderei una responsabili­tàmagari in una finale del mon­diale. Dovrei affossare la mia squadra e non avrei la forza».

Una sponda inattesa per il por­tieredella Juve arriva dal milani­sta Thiago Silva, pure incredulo per l’errore del guardalinee. «Avrei sicuramente detto e fatto la stessa cosa. Il calcio è la mia vita e il mio lavoro, non avrei parlato». Giudizio sottoscritto anche dal­l’ex ct azzurro Lippi, che conosce bene il numero uno della Nazio­nale: «È una polemica assurda, il 99,9 per cento dei calciatori avreb­be detto le stesse parole di Gigi, che è un personaggio solare e chiarissimo, anche su argomenti più scabrosi».

Anche De Rossi, pure protago­nista di un gesto di fair play in un Roma-Messina del 2006 quando segnò di mano e lo disse all’arbi­tro che poi annullò il gol, spezza una lancia per lo juventino: «To­gliergli la fascia in azzurro? Ades­so c’­è questa moda visto che in In­ghilterra per cose più gravi si è arri­vatia questi provvedimenti. Io se segnassi un gol di fuorigioco, non andrei certamente a dirlo all’arbi­tro... ». Persino il presidente del­l’Uefa Platini, che vorrebbe più ar­bitri piuttosto che l’ausilio della tecnologia, interviene sull’argo­mento: «Buffon ha esagerato con le parole,ma sarebbe stato più in­te­ressante se l’arbitro avesse chie­sto a lui se era o meno gol...».

Il tema è di attualità anche a Co­verciano, dove i tecnici di A e B si ritrovano per assegnare la Panchi­na d’oro a Guidolin. «Apprezzo l’uomo Buffon e la sua sincerità», così l’allenatore dell’Udinese al quale si allinea il collega del Napo­­li Mazzarri: «Con la carriera e la se­rietà di Buffon, se non l’ha detto va capito e anche rispettato».

Il mi­lanista Allegri, parte in causa, cer­ca di chiudere il caso: «Dico solo che, siccome giochiamo ogni tre giorni, quando dici una cosa poi sistematicamente succede il con­trario la settimana dopo, quindi dovresti rimangiarti quello che hai detto». Più duro Zeman: «Di solito durante una partita nessu­no direbbe se il pallone è entrato in porta o no, dopo la gara però si deve ammetterlo. E chi lo fa è soloonesto».

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