nostro inviato a Torino
«C'è una partita...». Massimiliano Allegri prova a sdrammatizzare così la vigilia di Juventus-Barcellona entrando in campo a Vinovo per la rifinitura. Il tentativo è di ridurre tutto all'essenza, cioè a una sfida di pallone. Ma è operazione impossibile. La Signora si mette davanti ai più forti per misurare la sua crescita europea. Più che la rivincita di Berlino 2015 è l'esame finale di un percorso iniziato proprio due anni fa. Insomma in palio c'è tanto. Però Allegri insiste nell'operazione spensieratezza: «Saremo straordinari se saremo semplici»; «Non è un evento».
L'allenatore bianconero ritorna alla testa: «Dovremo dimostrare progressi sul piano psicologico, oltre che tecnico». Un dubbio a testa: Asamoah o Alex Sandro per Allegri, linea a tre o quattro dietro per Luis Enrique. Poi sarà Juve-Barcellona. Difesa o attacco. L'essenza del calcio. E però è la Signora contro il Barça, un quarto di finale che luccica come l'oro. Il primo atto di stasera allo Juventus Stadium non deciderà la qualificazione, ma la indirizzerà. Impossibile pensarla diversamente perché di fronte c'è quel Barcellona capace di ribaltare il Psg con un 6-1 leggendario. Dai sorrisi e dalle battute nella sgambata sotto i trenta gradi di Torino la truppa bianconera sembra essere arrivata all'appuntamento come chiesto dal suo allenatore. Poi gli sguardi stasera si dovranno trasformare di fronte a Messi e compagni, Buffon non nasconde che «dovrà sentire il nervosismo, altrimenti meglio ritirarsi...». Ma sarà dall'atteggiamento che si capirà se Allegri sarà riuscito a convincere i suoi che «quelli si possono battere».
Quelli sono soprattutto la MSN, Messi-Suarez-Neymar, ovvero il migliore attacco di questa Champions League con 26 gol fatti. Per capirci la Pulce ne ha segnati quasi il doppio del trio Higuain-Dybala-Mandzukic: undici a sei. Ma il Pipita che non ha mai dimenticato il suo passato al Real Madrid ha l'occasione per rimettere a posto un po' di numeri in Champions e contro il Barça: «E' per questo che sono venuto, per la coppa Campioni. Voglio trasformare il sogno in realtà».
Se il Barça vanta un attacco da paura per il quale Buffon dice di «nutrire una sorta di devozione e spero che abbiano finito le scorte», la Juve può contare su un muro in difesa. Alex Del Piero dice che «non c'è difesa al mondo che possa fermare la MSN. Bisogna vincere di squadra». E in un calcolo delle probabilità hanno più chance Buffon e soci di contenere il Barcellona che Piquè e soci di non concedere qualcosa all'attacco bianconero.
La Juve può giocare in tanti modi: difendersi a oltranza come a Napoli, puntare sulle ripartenze o provare a fare la partita. Il Barça invece sa solo, eufemismo, occupare la metà campo avversaria. A far saltare ovviamente ogni tipo discorso ci saranno due giocatori in campo: Dybala e Messi. Sulle tracce della Joya ci sarà Mascherano (assente a Parigi...) che torna a centrocampo per la pesante squalifica di Busquets. Assenza grave che toglie a Luis Enrique l'equilibratore. Se il nervosismo della vigilia dell'ex allenatore della Roma sia legato a questo o meno, poco conta, resta il fatto che se ne va fischiettando fastidiosamente. Una cosa la dice: «sarà un'altra storia» rispetto alle due volte che è venuto qui con la Roma: 4-0 in campionato e 3-0 in coppa Italia. E dice anche che questa sfida «non avrà niente a che vedere con la finale di Berlino».
Anche Allegri lo pensa e non solo per il fatto che stasera «ci saranno in
campo solo due giocatori di quella notte». L'allenatore bianconero ritorna alla testa: «Dovremo dimostrare progressi sul piano psicologico, oltre che tecnico». Poi sarà Juve-Barcellona. Difesa o attacco. L'essenza del calcio.
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