C'è del marcio nel volano Troppo furbe, tutte a casa

Quattro coppie di giocatrici di badminton espulse: hanno perso per ammorbidire il turno successivo

C'è una gerarchia anche nelle furbate. Nel senso che ci sono sport in cui gli atleti non dovrebbero, ma possono permettersi di fare i furbi perché tanto le loro discipline restano e resteranno per sempre a cinque cerchi; e ce ne sono altri i cui atleti dovrebbero stare immobili come i tiratori azzurri quando imbracciano le loro carabine medagliate perché al primo sgarro “sciò, via, sparite tanto chi vi conosce…”. Di più. Chi pratica questi sport dovrebbe stare zitto e zittino, dovrebbe comportarsi in modo specchiato, dovrebbe ancor più star lontano da scandali e furberie, ringraziando ogni mattino il dio olimpico che ci sia ancora qualche distrattone al vertice del Cio che mantiene la disciplina sua fra i cinque cerchi. Perché se fare i furbi è brutto brutto a prescindere, è anche vero che ci sono sport che mai e poi mai verrebbero spediti a calci nel sedere lontano dal sacro braciere olimpico. Si bara nell'atletica? L'atletica resta. Si bara nella pallavolo? La pallavolo resta. Si bara nel nuoto? Il nuoto resta. Si bara nel Badminton?
Ecco, parliamone. Ieri è scoppiato il bubbone delle quattro coppie di giocatrici di badminton espulse dai giochi perché colpevoli, o ritenute tali a suon di fischi del pubblico e successiva inchiesta, di aver combinato un super biscottone per non incontrare poi, al passaggio del turno, rivali più forti. Si tratta, anche se i nomi dicono poco, ma un po' di pubblico ludibrio in questi casi ci sta sempre bene, si tratta di miss Wang Xiaoli e miss Yu Yang, cinesi. Si tratta di miss Greysia Polii e miss Meiliana Jauhari, indonesiane. Si tratta di miss Jung Kyung-eun, miss Kim Ha-na, miss Ha Jung-eun e di miss Kim Min Jung, sud coreane. “Un comportamento inaccettabile” ha tuonato Sir Coe, capo del comitato organizzatore e fior di ex medagliato. “Le ragazze hanno violato lo spirito olimpico, ovvero non hanno fatto del loro meglio per vincere” hanno più o meno detto i giudici chiamati a investigare”.
Vero, tutto vero. Anche perché, soprattutto in Asia, è fiorente il business delle scommesse sugli sport pincopalla. Per cui c'è il sospetto che dietro l'arrendevolezza delle signorine non ci fosse solo la ruspante e grezza voglia di addolcire il match successivo. Ciò che però nessuna sentenza dirà mai, ciò che francamente suona come un'imperdonabile aggravante, è che uno sport non sport, una disciplina avvincente come un barbecue di mezza estate, abbia scelto le olimpiadi inglesi, quelle dove c'è persino Badminton, nel senso della città da dove tutto è partito e a cui deve il nome, per… sputtanarsi.
Quanto ad altre furberie – in questa sede non tocchiamo temi legati al doping, ma solo tentativi maldestri e sciocchezzume vario – incuriosisce quanto avvenuto l'altra sera durante l'assalto perso dal nostro Baldini contro il coreano Choi. Nessuna polemica, nessuna indagine, ci mancherebbe. Ma il sospetto, a un certo punto, da parte dell'azzurro, che il corpetto del rivale non funzionasse a dovere e quindi le stoccate non venissero segnalate.

«È un po' che nelle competizioni di scherma accadono queste cose» sostengono gli esperti, però mancano le prove. Per cui archiviamo la vicenda come semplice guasto o problema inaspettato. Intanto, però, il ragazzo asiatico è stato fatto spogliare davanti a migliaia di persone. Poco olimpico. Mica bello

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