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C'è Pep, Sarri si esalta "Basta provincialismo"

L'allenatore azzurro: "Fuori dalla Champions per vincere l'Europa League? Mentalità sbagliata"

C'è Pep, Sarri si esalta "Basta provincialismo"

Se non fosse per una prestigiosa e lucrosa qualificazione agli ottavi da conquistare, ma anche per la seconda sfida di Sarri al suo modello Guardiola (ovvero, classifiche alla mano, il confronto tra le migliori espressioni attuali della serie A e della Premier League) la Champions sembrerebbe quasi un fastidio in un calendario che non regala soste. Il Napoli, lanciatissimo in campionato che è poi il traguardo in cima ai pensieri, deve però ricaricare le batterie per l'impegno di stasera, decisivo per prolungare a febbraio le serate con la musichetta che alza i decibel del San Paolo e ha l'effetto virtuale di una scossa tellurica in città.

Maurizio Sarri vuole ormai andare oltre i complimenti, iniziando a raccogliere i frutti del bel lavoro che sta facendo. E battere Guardiola («il miglior tecnico ad oggi, ha cambiato il modo di vedere il calcio, con il City serve qualcosa di straordinario») sarebbe un bel colpo. «Se uno non vince, non lo ricorda nessuno», sottolinea l'allenatore del Napoli che non vuole può sentir parlare di paragoni («io come Sacchi? È un'offesa nei confronti di Arrigo...») e vorrebbe che si smettesse di parlare di «provincialismo». «Se firmerei per uscire dalla Champions e poi vincere l'Europa League? È l'ultima cosa a cui voglio pensare, che mentalità darei alla squadra?»).

Anche stasera il San Paolo, con l'arrivo del City delle stelle, mostrerà una bella cornice di pubblico. La truppa azzurra è riuscita nell'impresa di portare quasi centomila persone in tre giorni all'impianto di Fuorigrotta. Segno di un entusiasmo dato dalla spettacolarità di una squadra che segna, diverte e ora sa anche soffrire. Gli unici balbettii di una stagione finora da incorniciare sono arrivati proprio nel girone europeo, dove il ko con lo Shakhtar ha messo in salita la qualificazione.

Così l'assalto alla squadra di Guardiola sarà con i titolarissimi: tornano Hysaj e Koulibaly in difesa dopo aver rifiatato domenica, a centrocampo la coppia Allan-Jorginho sarà chiamata agli straordinari anche se Zielinski e Diawara sperano ancora di sovvertire la gerarchia (e il dubbio Sarri lo avrà fino all'ultimo), inamovibile il tridente d'attacco con Mertens a caccia di rivincite (all'andata sbagliò un rigore in un momento chiave del match). C'è da cancellare quella mezz'ora da incubo all'Etihad Stadium che indirizzò la gara di andata. «Bisognerebbe chiedere all'Uefa che le partite con il City inizino al 21', dato che il loro impatto alle gare è devastante, quindi starà a noi portarli nell'acqua alta, ovvero a un risultato in bilico... - così Sarri -. Di imbattibile nel calcio e nella vita non c'è niente, mi piacerebbe vedere le loro facce impaurite di fronte a un San Paolo che spero ci dia la benzina per fare bene».

Negli occhi, oltre a quel secondo tempo nel quale il Napoli era riuscito a mettere un po' di affanno al City, c'è anche il colloquio privato del dopo partita nella pancia dell'Etihad tra due allenatori che parlano la stessa lingua dal punto di vista tattico.

Stasera spettacolo assicurato, magari (come sperano i 50mila presenti al San Paolo) con un sorriso al fischio finale.

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