Otto undicesimi della nazionale femminile iraniana sono uomini. Arbitro brasiliano che invece del cartellino rosso estrae la pistola. Cose che fanno male al calcio. Noi che si era rimasti alle balotellate si rimane stupefatti. Anche questo è il calcio di oggi, o si vince o si da di matto. Partiamo dalla nazionale truccata, l'ultimo dei magheggi del calcio iraniano. Era già capitato l'anno scorso: quattro maschi furono sospesi perché ingaggiati per rinforzare la formazione rosa. Ci sono ricascati, è dal 2010 che va avanti questa storia. E ieri la tv Al Arabiya ha ribadito che otto giocatori della nazionale femminile sono uomini. Uomini a tutti gli effetti, non operati. Stanno giocando senza aver completato l'operazione di cambio di sesso. Dalla truffa al folle gesto di Belo Horizonte. Protagonista Gabriel, arbitro brasiliano. Teatrino, lo scontro salvezza tra il team locale del Brumadinho e l'Amantes do Bola.
L'intera panchina invade il terreno di gioco, vuole l'espulsione. Nel parapiglia il direttore di gara, Gabriel Murta, 27 anni, viene aggredito. Lui va a prendere la pistola e la punta verso la panchina. Decido io. Dietro lui un guardalinee lo blocca. Fuorigioco.
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