Prevost ribalta Bergoglio, la mossa di Brigitte Macron e Salis: quindi, oggi..

Quindi, oggi...: la prima intervista del Papa, le prove della moglie di Emmanuel e il portavoce di Orban

Il cardinale Prevost
Il cardinale Prevost

- Se avessero pubblicato un annuncio di lavoro dicendo di volere solo parrucchieri etero oggi avremmo qui i caschi blu dell’Onu. Invece a Montesilvano cercano un taglia capelli gay e, a parte qualche articoletto, nessuno scandalo mondiale. Noi che siamo per la libertà, difendiamo il diritto del titolare di quel negozio di assumere un omosessuale perché ha “una manualità, una sensibilità, una delicatezza nei confronti delle clienti, uno stile e uno charme diverso”.

- Secondo l'Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale Alessandro Onorato mettere il derby di Roma alle 12.30 sarebbe una sconfitta dello Stato. Un modo per risolvere senza "prevenire o per affrontare in maniera più puntuale eventuali disordini tra tifoserie”. Sei serio? Vallo a dire ai poliziotti che devono prendersi i petardi e le botte. Mi dispiace, ma le tifoserie di Roma e Lazio hanno dimostrato che con loro non si può retrocedere di un solo millimetro. Dunque: o militarizzi la città di sera, oppure giochi di giorno. La seconda opzione è la più logica, per quanto triste. Ma la colpa non è del governo, è degli ultras.

- Dice Papa Prevost: “Non vedo il mio ruolo principale come quello di cercare di risolvere i problemi del mondo, anche se penso che la Chiesa abbia una voce, un messaggio che deve continuare ad essere predicato, detto e detto ad alta voce. I valori che la Chiesa promuoverà nell'affrontare alcune di queste crisi mondiali non vengono dal nulla, ma dal Vangelo. Ci sono stati periodi in cui questa voce è stata persa, ignorata o sottovalutata. In questo senso, credo che la mia missione debba essere, ed è molto chiara”. Perfetto. Il Papa è un leader spirituale, non politico. Certo non deve estraniarsi, ma neppure farsi trascinare nella mischia. Mostra al popolo di Dio la vita eterna, non si comporta una Ong o solo da sede diplomatica.

- Il portavoce di Orban risponde a un tweet di Ilaria Salis pubblicando le coordinate di un carcere. Macabro, ma c’è del genio.

- Dopo aver letto la prima intervista di Leone XIV avrei tante cose da dire. Sul matrimonio tra uomo e donna certifica che la dottrina non cambierà. Sulle benedizioni alle coppie “che si amano” mette un punto fermo, cioè che non bisogna spacciarle per unioni. I migranti li difende, ma senza strafare. Su Gaza condanna l’orrore della guerra ma non usa a casaccio la parola “genocidio”. Ma ciò che più mi ha colpito, e che poi è il vero ribaltamento rispetto a Bergoglio, è l’attenzione alle singole parole. Prevost dice senza provocare scandalo. Fa riflettere senza farsi sfuggire mezze frasette utili a grandi titoloni, come accadeva troppo spesso a Francesco. Una mezza rivoluzione.

- Se una scazzottata simile alla Camera l’avessero fatta scattare quelli di destra, domani avremmo avuto fiumi di editoriali sulla politica machista incapace di trattenere gli impulsi bestiali. Vedrete che a ‘sto giro, essendo partito dall’opposizione, non accadrà nulla.

- Potenziata la scorta a Salvini, Tajani e Meloni. Giusto. Io dopo Kirk, comunque, me la farei sotto. Va bene essere un uomo importante, ma la vita è una e non torna indietro.

- Brigitte Macron sarebbe pronta a dimostrare in tribunale, attraverso prove scientifiche, che è nata donna. 
Ora: la scelta della premier dame sarebbe ovviamente clamorosa, oltre che assurda. Cioè: è assurdo che una donna debba dimostrare una cosa del genere in Tribunale. Ovviamente avrebbe i suoi motivi: la coppia presidenziale ha intentato una causa negli Stati Uniti contro una blogger e youtuber “di destra”, la Owens, che aveva sostenuto assurdamente che Brigitte sarebbe in realtà nata uomo. 
Nessuno mette in dubbio il diritto di Emmanuel e Brigitte di fare causa per difendere “il loro onore”, come ha detto il presidente francese. Però mi sovviene una riflessione. Non ci avevate però detto che un premier o un presidente non dovrebbero mai querelare artisti, editorialisti e giornalisti? Se non sbaglio quando Saviano chiamò “bastarda” Giorgia Meloni e si beccò una querela (peraltro lei, al tempo, manco era premier) tutti erano lì a stracciarsi le vesti chiedendo alla leader di FdI di ritirare la causa contro il martire Saviano. “Questo processo l'ho ritenuto una intimidazione, lo è pienamente. Perdere oggi è esempio di ciò che accadrà domani, porta ancora di più a capire in che situazione stiamo vivendo, con un potere esecutivo che cerca continuamente di intimidire chiunque racconti le loro bugie”, diceva il Nostro.
Siamo chiari: Brigitte e Emmanuel fanno bene a cercare di spennare chi dice il falso, se lo ritiene. Però allora fece bene pure Meloni a portare in Tribunale Saviano.

Delle due, l’una: o ritenete che sostenere definire “bastarda” in tv una persona sia meno grave che ipotizzare la sua presunta mascolinità, oppure dovreste almeno suggerire anche a Macron che forse un Capo di Stato estero non dovrebbe querelare un giornalista. No?

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