Il calcio prende tempo. Teme film porno o pochi soldi

Mediapro propone 1.150 mln ma non spiega su quale piattaforma. E Sky, in difficoltà, offre molto meno

Il calcio prende tempo. Teme film porno o pochi soldi

La pausa estiva (scadenza 30 settembre) decisa dalla Lega di serie A sull'assegnazione dei prossimi diritti tv (triennio 2021-2024) è soltanto una tregua armata. Perché lo scenario fin qui allestito dai tre protagonisti della trattativa (i 20 club, Mediapro spagnola, Sky Italia) è tutt'altro che incoraggiante e pone inquietanti quesiti sui conti del calcio di casa nostra. Breve riepilogo della puntata precedente: lunedì 29 luglio, in assemblea, i presidenti del calcio che conta hanno deciso di rinviare ogni decisione in materia al 30 settembre e nel frattempo hanno incaricato presidente (Miccichè) e ad (De Siervo) di impegnarsi nelle trattative per raggiungere un quadro delle proposte molto più scolpito. Gli spagnoli (attraverso il consulente Matteo Mammì e Marco Bogarelli ex Infront) hanno presentato il 26 luglio una proposta da 1.150 milioni con garanzia dei primi 200 milioni, decisamente superiore all'ultimo contratto (970 milioni).

Nel dibattito sono emersi subito due partiti: da una parte il fronte del prendiamoli subito e dall'altra il fronte del vediamo dentro l'offerta. Tra gli interventi decisivi, quello di Andrea Agnelli, presidente della Juve, il quale ha posto una serie d'interrogativi pertinenti. Per esempio si è chiesto: cifra a parte, quale piano ha Mediapro per valorizzare il prodotto? E ancora: su quale piattaforma intende distribuire le nostre partite? Già perché l'intento, virtuoso, di una parte dell'assemblea è di conoscere in anticipo le mosse successive all'acquisizione dei diritti per evitare che una piattaforma sgradita («magari c'è un canale porno!» la battuta di un presidente) o la scelta di mettere insieme serie A e serie B (come accaduto con Dazn la scorsa stagione) possa compromettere la promozione del brand. «In Inghilterra la Premier league non gradisce assolutamente che siano mischiati i due campionati» la riflessione di un altro addetto ai lavori.

Nemmeno Sky però ha raccolto adesioni convinte. Nel colloquio informale che ha avuto qualche giorno prima dell'assemblea, il direttore Federico Ferri e Marzio Perrelli vice-presidente di Sky sport hanno provato a vincere la concorrenza cavalcando due temi: 1) l'inaffidabilità del rivale che l'anno scorso, dopo aver versato una cifra di acconto, non ha onorato i successivi impegni; 2) il grande contributo svolto da Sky sport Italia nel valorizzare il campionato. Come si può ben intuire nessun accenno alla cifra, alla contro-proposta insomma. E anche in questo caso la spiegazione è facilmente rintracciabile. I nuovi azionisti americani sono molto allarmati dai risultati ottenuti dopo l'acquisizione di Sky Italia e in particolare Sky Germania: di qui la difficoltà di restare sul mercato senza svenarsi ulteriormente visto che attualmente Sky sport è sotto budget e le voci di una possibile mancata acquisizione dei diritti ha già fatto ventilare voci su piani di ridimensionamento del personale.

La strategia di Sky, secondo fonti Lega serie A, sarebbe la seguente: eliminare Madiapro dalla scena e offrire una cifra

nettamente al ribasso (intorno ai 500 milioni), cosa che spaventerebbe i presidenti e metterebbe in discussione la sopravvivenza dei club visti le cifre di stipendi e trasferimenti che circolano sul mercato di questi giorni.

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