Parte il campionato degli smemorati. Entusiasmo per il rientro in Patria di Balotelli Mario, verso il quale era ed è stato detto e scritto la qualunque, critiche pesanti e (pre)giudizi confermati dalle prestazioni improbabili dello stesso, in leghe varie. Euforia a Milano per l'arrivo di Conte Antonio che, oltre ad avere un Dna pessimo, almeno così ha detto Massimo Moratti, si trascina contumelie e accuse che la fazione interista e il resto d'Italia gli scaricarono addosso, come immondizia, per le vicende dell'omessa denuncia. Continua il calo di memoria per Sarri Maurizio, insultato e indicato come il grandissimo nemico, di campo e di cervello, della Juventus che alla fine lo ha assunto tra gli urrah dei suoi tifosi non tutti di Collegno come lo smemorato illustre.
Tutto ciò giustifica la voglia di calcio vero dopo i giochi senza frontiere estivi e il desiderio di capire dove stia l'errore, se a Milano o a Torino, a Roma o a Napoli. Si parte con un vero, grande assente che è il più presente di tutti da almeno sei mesi. Trattasi di Icardi Mauro il quale è impegnato nelle opere di una nuova sontuosa dimora meneghina; dicono che sia questo un ulteriore atto di fede, oltre al rogito c'è il suo amore per la maglia, al di là del numero 9 che gli è stato usurpato dal belga Lukaku. Ma lo stesso innamorato pazzo dell'Inter potrebbe prendere domicilio altrove, nemmeno tanto distante. La vicenda riassume la bizzarria del calcio mercato e di chi lo gestisce, dirigenti, procuratori e giornalisti. L'assenza presenza di Icardi, almeno fino al 2 di settembre, è l'ultimo fotogramma di una commedia all'italiana che fa tornare alla mente la storiella del marito che si evira per fare dispetto alla propria moglie (ogni riferimento a Wanda Nara e al consorte è casuale, qui si allude alla dirigenza nerazzurra che ha ancora le cesoie in mano).
Si parte con un obbiettivo, comune alla maggioranza niente affatto silenziosa: battere la Juventus, la quale, paradossalmente, deve ancora scegliere la formula definitiva, non tanto in difesa, quanto in mezzo al campo mentre Gonzalo Higuain sembra tornato un leone d'area; probabile il rodaggio di De Ligt, altri illustri sodali hanno scaldato la panchina. Ovvio che si vada di pronostici, pur consapevoli che il mercato sia ancora aperto, ultima follia del cosiddetto calcio moderno. I tifosi hanno sottoscritto abbonamenti, sicuri di applaudire idoli che, magari, da qui al due di settembre, vestiranno altre divise. Sarebbe come se un teatro mettesse in cartellone la stagione di spettacoli, con titoli e interpreti ma poi cancellasse e sostituisse, nei giorni successivi, gli attori in scena.
Nel mondo smemorato del football questo è possibile, la compagnia teatrale se ne infischia, il monte premi è stato incassato, tra abbonamenti, biglietti e diritti televisivi con emittenti varie, su una delle quali si
dovrebbe aprire un'inchiesta per disservizio. Ma non è il caso di avvelenarsi, la vita è bella, la serie A pure. Parafrasando Einstein, ci sono due cose infinite: l'universo e il football. Sull'universo ho ancora dei dubbi.
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