La carezza in un Ringhio: "Lascio e tenetevi i soldi"

Il tecnico spiazza il club e rinuncia a 5,4 milioni «Col mio Milan non sarà mai questione di denaro»

La carezza in un Ringhio: "Lascio e tenetevi i soldi"

Il primo Milan di Elliott ha già perso i pezzi. Nel giro di poche ore alle dimissioni annunciate di Leonardo si è aggiunta la separazione consensuale dal tecnico Rino Gattuso. Per qualche ora rimarrà sospeso anche il destino di Paolo Maldini cui è stato offerto di assumere la responsabilità diretta dell'area tecnica: l'ex capitano, poco entusiasta, vuole riflettere sulla missione e in particolare sull'autonomia del ruolo. Nel volgere di due giorni appena, la linea di comando allestita dall'azionista americano meno di un anno fa, tra squilli di tromba e speranze gigantesche, è saltata. Leonardo si è congedato in largo anticipo rispetto alla nota di ieri pomeriggio. È pronto a tornare a Parigi, alla guida del Psg dove ha già lavorato in passato. Il brasiliano, in aperto conflitto con Gattuso dopo la lite post derby di ritorno, è uscito di scena quando ha capito che il suo mercato di gennaio (Paquetà e Piatek) era stato mal digerito dall'azionista per il peso economico delle due operazioni e che il prossimo, per i vincoli dell'FFp, sarebbe stato da lacrime e sangue.

Rino invece ha colto in contropiede l'ad Gazidis che, a dispetto delle tante bufale circolate in proposito, non aveva prenotato nessun altro allenatore tanto da ammettere nel comunicato di congedo di ieri sera che «è pronto a realizzare la selezione dei profili giusti» per la sostituzione. Siamo tornati al casting tipo quello indetto dall'Inter di Suning dopo l'esonero di de Boer: non proprio un esempio incoraggiante. Ma è stata la modalità dell'addio a rendere Gattuso un gigante in questo maggio rossonero reso già malinconico dalla Champions persa per un punto e per una traversa malandrina. L'allenatore ha rinunciato a due anni di stipendio (5,4 milioni di euro netti) in cambio della liquidazione degli stipendi da garantire al suo staff con una motivazione di grande effetto. «Tra me e il Milan non potrà mai esserci una questione di soldi» la spiegazione fornita a collaboratori e amici.

La decisione di Gattuso non è di ieri e nemmeno di qualche giorno prima. La confidò dopo il tumultuoso scontro con Leonardo e Maldini avvenuto al culmine del derby perso 3 a 2. «Comunque finisca, io andrò via» promise e sembrava lo sfogo di quelle ore. Poi si è aggiunto il dissidio sul piano industriale del prossimo Milan e lo stress accumulato in diciotto mesi indimenticabili. «Io nel casino mi trovo alla grande» è stata la sua sintesi. Preceduta da una sequenza di piccole e interessanti confessioni. «Avrei dovuto fare prima del Bologna il ritiro punitivo, sono andato in tilt anch'io in quelle settimane» la prima riferita alla striscia di 5 punti in 7 partite. «Avrei dovuto convincere Calhanoglu a giocare centrale di centrocampo» la seconda, conseguenza del giudizio sul conto di Bakayoko che «ha rubato l'occhio ai tifosi» senza però aggiungere granché in fase di costruzione del gioco. Gattuso è diventato migliore rispetto a quel 27 novembre del 2017 quando raccolse l'eredità di Montella. «Io credo molto nell'utilità della gavetta» la riflessione a voce alta prima di pesare i 68 punti appena collezionati («non sarà semplice fare meglio»). Specie con quel mercato che gli hanno snocciolato: tre-quattro giocatori da 4-5 milioni oppure cessione di qualche big e il 50% del ricavato reinvestito. Adesso aspetterà magari qualche telefonata da Roma (l'arrivo di Gasperini dall'Atalanta non è garantito).

Il congedo di Gazidis ai due è stato diverso. A Leonardo ha dedicato espressioni di riconoscenza, a Rino un attestato di milanismo doc. «Ha lavorato senza sosta assumendosi sempre tutte le responsabilità, ponendo il club al di sopra di qualunque interesse» la chiosa dell'ad. Indispensabile per uno che gli ha fatto risparmiare 11 milioni. L'azionista non è rimasto a guardare. Ha smentito l'arrivo di Campos, ha dato tempo a Maldini pensando a un eventuale sostituto (deve condividere il piano) e ha cancellato dalla testa dei tifosi che il fondo possa speculare sulla pelle del Milan puntando alle plusvalenze.

«Il club deve diventare competitivo in modo sostenibile» la formula per ricacciare indietro il pessimismo cosmico che è già tracimato tra i tifosi. Sull'Europa league infine lo scenario più accreditato resta il seguente: via dalla coppa in cambio di un anno in più per sistemare i conti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica