Lo aveva detto lei stessa: «Noi donne siamo imprevedibili, anche sul ghiaccio», per spiegare come i favori dei pronostico non significhino nulla nel pattinaggio femminile. Perché Carolina Kostner, dopo il trionfo agli Europei di Sheffield a fine gennaio scorso, è arrivata a Nizza da campionessa. Con un argento e due bronzi iridati, eccola al suo decimo mondiale. Lei, la favorita. E dunque, lei, l'imprevedibile che ti va a spuntare un loop eseguendolo doppio e non triplo. Tu quoque, loop: tradita dal suo salto preferito, quello che non le ha mai dato fastidio anche quando nei balzi la campionessa di Ortisei lasciava tutti col fiato sospeso. Ieri al Palais des Sport et des Exposition, "Caro" ha di nuovo incantato tutti col suo programma corto, ma ha beffato anche se stessa con questo frullio di insicurezza che non le ha fatto terminare la tripla rotazione del salto. Ha sbaragliato la concorrenza nei components, il punteggio legato alle difficoltà, ma è stata "punita" per quei 360° in meno.
L'affaticamento alla coscia destra tenuto a bada, i pensieri sul futuro ricacciati in un cantuccio: la Kostner deciderà entro luglio se ritirarsi o proseguire la carriera. Ieri intanto ha chiuso terza dietro ad altre due colleghe imprevedibili. Appunto. La migliore di giornata, con un punteggio di 64.61, è stata la russa Alena Leonova, in versione "pirata dei Caraibi". Impeccabile dopo che agli Europei era scivolata nelle retrovie, dolorante ad un ginocchio. Seconda con 62.67 la giapponese Kanako Murakami: 17 anni e ben 30 sponsor che la coccolano, è il volto sorridente del Sol Levante. Incredula perfino della sua bravura. Sorride meno un'altra "Madame Butterfly", attesissima dopo il forfait al Grand prix dovuto al più grave lutto che possa colpire una figlia. Mao Asada ha pattinato anche per la mamma appena scomparsa: la sua versione turchese e sinuosa della danza di un'odalisca le è valsa per ora la quarta posizione. Proprio alle spalle della Kostner: «Sono contenta perché ho sentito il giusto feeling sul ghiaccio. Mi spiace per un errore così sciocco, ma tutto si può ancora recuperare», ha commentato Carolina, battendosi le mani sul capo per poi allargarsi a grandi smorfie scherzose e liberatrici con la telecamera.
Carolina senza tensione, un nuovo leit motif che conquista almeno quanto la sua sequenza di passi sulle note dell'allegretto di Dimitri Shostakovich. Il pubblico esplode in un fragoroso applauso ad esercizio ancora in corso. Ora la Promenade des anglais e i ciottoli della lunga spiaggia, le lusinghe dei crudi di mare e l'atmosfera da Negresco e belle epoque possono aspettare: sulla Costa Azzurra c'è da vincere una medaglia. E lo si può fare.
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