Cassano versus Conte È il derby dei bla bla

Fantantonio: "Quaquaraqua a me? Pensi alla sua moralità". Il tecnico: "Gli ricordo Madrid". E allude a cibo e sesso

Cassano versus Conte È il derby dei bla bla

Un derby pugliese. Tra un leccese e un barese. Il primo è l'allenatore della Juventus, il secondo Antonio Cassano. Ieri se le sono dette di santa ragione. Botta e risposta, con la necessità di fare un paio di passi indietro. E quindi: lunedì, nel corso di una videochat con i tifosi, Conte aveva spiegato - replicando a un'affermazione di Cassano secondo cui «alla Juve vogliono solo soldatini» - che «noi chiediamo professionalità. Quando andiamo a prendere un calciatore, valutiamo i requisiti umani della persona. Se abbiamo una squadra fatta di uomini, vinciamo. Quando invece dietro l'uomo c'è un quaquaraquà - un uomo di poca cosa - preferiamo lasciarlo ad altri perché sono questi i primi che ti fanno affondare».

Settantadue ore dopo, intervistato da Mediaset, Cassano ha replicato e in modo per nulla sottile: «Conte mi ha dato del quaquaraquà? Non sono io, ma lui che è stato squalificato per omessa denuncia. Non può parlare di moralità a me. Nella mia carriera ho fatto tante “cassanate” e per questo sono stato squalificato: ma se lui viene a parlare di moralità a me, allora è finito il mondo. Lui che, lo ripeto, è stato squalificato per omessa denuncia».
Quindi, il numero 99 interista ha provato a spiegare cosa intendesse dire parlando di “soldatini”: «Volevo semplicemente spiegare che sono troppo professionali e professionisti, mentre io non lo sono mai stato. Non era mia intenzione offenderli: se la sono presa, amen». E pace fatta con Bonucci, che pure lo aveva bacchettato: «Conosco bene Leo, è un bravo ragazzo attaccatissimo alla nazionale. Ha detto la verità, io ho sempre fatto fatica a correre. Non mi sono offeso: accetto la battuta perché rimane in ambito calcistico. Stringere la mano ai bianconeri? Certo, io stringo la mano a tutti».

Finito qui? No, perché Conte ha affidato la sua replica al sito Juve: «Non ho mai proferito il termine moralità, della quale sono molto dotato nonostante la squalifica per omessa denuncia sulla quale ho già espresso le mie opinioni. Alla domanda su come vengano effettuate le scelte dei giocatori della Juventus, ho fatto riferimento all'uomo, inteso come interprete del ruolo di calciatore in maniera professionalmente ineccepibile (…). Mi sembra che il signor Cassano nella propria carriera abbia più volte dimostrato sul campo e fuori dal campo, vedi imitazioni di Capello al Real Madrid, o le corna mostrate all'arbitro Rosetti, di non avere i requisisti richiesti dal sottoscritto. Inoltre altri aneddoti in tal senso ce li ha raccontati lui stesso nella sua biografia, ad esempio a pagina 109».

Dove, per la cronaca, Cassano raccontava che ai tempi di Madrid («pesavo 86 kg, ero un bue») la sua vigilia ideale di una partita consisteva nel farsi recapitare in camera quattro cornetti alla crema da un cameriere complice, ricompensato con 50 euro anche (soprattutto) per far uscire dalla scala di servizio una signorina compiacente. Colpito e affondato, forse. Con la benedizione finale di Chiellini: «La moralità di Conte è da 110 e lode».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
ilGiornale.it Logo Ricarica