Cento volte Germania, 3 volte Müller

I tedeschi festeggiano le 100 partite, il bomber protagonista del poker che ha umiliato Ronaldo

Cento volte Germania, 3 volte Müller

Un tempo scarso per seppelire il Pallone d'Oro e tutte le sue ganze. Già dopo mezz'ora il Portogallo era senza futuro, sotto di due gol, con un uomo in meno e Cristiano Ronaldo schierato nella metà campo soleggiata. E tutto questo senza lasciar capire veramente quali fossero i meriti della Germania. Il gruppo CR7 aveva praticamente organizzato la sua decapitazione, ha montato il palco, ha allestito la coreografia e poi infilato la testa nella corda. Prima c'erano state le prove: al 9'Patricio batte un rinvio abbastanza emozionante, Pepe non ce la fa a stoppare e passa la palla a Khedira che vede la porta vuota e cerca di centrarla senza riuscirci, fuori di un dito. Poi il fallo in area. Il rigore di Joao Pereira su Goetze è ineccepibile, gli si attacca alla maglia e lo trascina giù, Muller dal dischetto trasforma con autorevolezza. Siamo solo al prologo, manca ancora mezz'ora al termine del primo tempo e il Portogallo ha fretta di spegnere rapido le speranze dei suoi tifosi. C'è un angolo sulla sinistra di Patricio, la palla arriva sul secondo palo dove sono appostati Pepe, Bruno Alves e Hummels che stacca almeno 10 centimetri più dei due centrali portoghesi e mette dentro il 2-0. Adesso siamo circa alla mezz'ora e Pepe decide di darci un taglio, ma qui la collabborazione del serbo Mazic ha il suo bel peso nel fischiare il braccio di Pepe sulla gola barra faccia di Muller che sviene immediatamente. È una esagerazione, quasi da simulazione, ma Pepe non lascia mai a metà il lavoro, va da Muller ancora a terra e gli tira una zuccata, lieve ma plateale. Rosso inevitabile. Circa dieci minuti più tardi, Bruno Alves s'incarta con la palla fra i piedi, da quelle parti c'è Muller che stanga subito di sinistro e il tempo finisce sul 3-0.

Questo Cristiano Ronaldo non può vincerla da solo, tendinite e problemi al polpaccio a parte. Il resto di questo Portogallo è solo mediocri palleggiatori senza buone idee, il guineense Eder che ha preso il posto della punta centrale Hugo Almeida, uscito zoppicante, a tratti è parso patetico. In passato era entrato nei radar della Lazio e la critica lo presentava come il nuovo Eusebio. Il baffuto Almeida, quasi un gol ogni due gare sia nel Werder sia attualmente nel Besiktas, non è un crac, ma in questo Portogallo la sua mole apre spazi per i piccoletti Nani e Moutinho e guadagna punizioni interessanti per Ronaldo. Ridotto in 10, Bento non cambia niente, avanti con il 4-3-2, la Germania potrebbe farne altri, non forza, su corta respinta di Patricio c'è Muller a mezzo metro che infila la sua terza rete e una riga la merita. Mai nella storia dei Mondiali un capocannoniere del torneo si è ripetuto, Muller lo è stato con 5 reti in Sud Africa assieme a Sneijder, Villa e Forlan. Oggi con la sua tripletta al Portogallo è già capocannoniere assoluto del Mondiale e si avvia a conquistare un primato mai riuscito a nessuno. Peraltro senza essere una vera punta.

La gente aspettava Ronaldo, il quarto asso nel mazzo assieme a Neymar, Messi e Balotelli, tutti e tre in gol, lui no. Anzi ad un certo punto la gente di Salvador ha iniziato impietosamente a manifestare la sua disapprovazione, seppellito dalla Germania e sommerso dai fischi, nessuna pietà per il Pallone d'Oro che alla vigilia aveva ammesso: «Sì, è vero, siamo i favoriti». Il ragazzo si è visto solo al novantesimo quando ha calciato una delle sue punizioni che hanno costretto Neuer a tuffarsi sulla sua sinistra.

Eppure aveva iniziato bene, due accelerazioni in avvio con tutta la Germania a corrergli dietro, suo il primo tiro in porta della partita. Ma era il giorno della celebrazione per la centesima, escluse le sei della Germania Est, al mondiale dei tedeschi, 62ª vittoria senza Schweinsteiger e Klose, con un altro Muller nella storia.

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