Ma che eccessi la rosamania

Entusiasmi vari per la partita di esordio del mondiale di calcio tra le nazionali femminili di Francia e Corea, in attesa dell'esordio delle azzurre. Pagine in dosi industriali sui quotidiani, la Gazzetta non ne parliamo neppure, riservate all'evento ma non con uguale eccitazione per altre discipline, femminili e non, alle quali viene dedicato un articolo e stop, a volte relegato nelle ultime pagine. Il calcio femminile fa tendenza ma fa anche esagerazione, nei toni, nei termini, nei contenuti. Non è questo sessismo e tutto il repertorio che viene sbandierato quando uno osi pensare diversamente. Sia chiaro: massimo rispetto per le ragazze calciatrici (tra le quali pure una mia nipote, tanto per respingere mormorii) ma questa celebrazione sfiora il ridicolo ed è irriguardosa nei confronti di altri sport. In Francia il ritorno televisivo è stato fantastico, 44% di share per 9,8 milioni di telespettatori, per una squadra di assoluto livello e per una cultura sportiva superiore alla nostra; segnalo, al riguardo, la Cascarino e la Renard capaci di giocate che alcuni maschi, della nostra serie A, difficilmente sanno effettuare. Il riscontro televisivo italiano si è fermato ai 150mila come media sui 90 minuti per Sky e 300 mila per Rai Play in chiaro. Un fenomeno, per ora, politico e commerciale, che ha affascinato grandi testate, a traino del sistema pubblicitario.

Il calcio femminile potrà sicuramente crescere anche in Italia ma mi domando: quanto spazio verrà dedicato ad una eventuale vittoria internazionale delle nostre ragazze? Un'edizione straordinaria? Concludo, per passare al paradosso linguistico: forse dovremmo cambiare, secondo usi e costumi, anche il genere grammaticale e dunque scrivere e pronunciare la terzina, la mediana, la quarta donna a bordo campo? E se la mezzala e l'ala sono bivalenti, la portiera no di certo, senza trascurare le panchinare. Gioco con le provocazioni anche se quest'ultimo sostantivo, nello specifico, possa risultare ambiguo.

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