Pyeongchang 2018

"Che forza mentale Dritta al suo obiettivo senza fare calcoli"

«Sofia come me: partire favorita l'ha caricata Non come la Vonn... Mi ricorda la Goetschel»

"Che forza mentale Dritta al suo obiettivo senza fare calcoli"

E' nostra signora della velocità, Isolde Kostner, classe 1975, però un oro olimpico in discesa non lo ha mai vinto. 15 vittorie e 36 podi, due bronzi a Lillehammer 1994 in libera e superG, argento in discesa a Salt Lake City 2002, ai Mondiali vinse, fra 1996 e 2001, due ori e un argento in superG.

Tre medaglie olimpiche, tre iridate, tre figli ed ora un'erede anche nello sci: signora Kostner è contenta?

«E' un risultato che mancava da troppo tempo e fa benissimo anche alla squadra».

Perché è così difficile far crescere una discesista d'oro in Italia?

«Occorre essere portati: non si deve avere paura e poi, approdate nella massima serie, servono doti fisiche di scorrevolezza. Ci sono atlete bravissime che però non scivolano: stanno tropo sullo spigolo».

Perché la discesa è la regina dello sci alpino?

«Perché vai veloce da cima a fondo: sei tu e la montagna intera»

Qual è la dote più grande di Sofia?

«La conosco dalla Tv: mi piace perché non ha vie di mezzo. Non calcola, molla sempre lo sci. Ha una grande forza mentale, è determinata, anche nella sofferenza e negli infortuni. Negli ultimi mesi ha mantenuto il focus sul suo obiettivo».

Si dice che vincere da favorita sia più difficile: ci spiega perché?

«Io mi caricavo con i favori del pronostico, ma non va sempre così. Prendiamo la Vonn, una delle atlete più esperte: era fra le favorite, ma ha patito l'ultima discesa olimpica della carriera e forse il duello con Sofia. Le sue lacrime lo dimostrano».

Sofia le ricorda qualche sua storica avversaria?

«Sofia è una forza: quella che attaccava di più ai miei tempi era la mia eterna rivale, Renate Goetschel. Ma non l'ho mai vista prendere così tanti rischi come Sofia».

Si dice che lo sci sia molto cambiato: forse in velocità non è così

«L'atteggiamento che serve è lo stesso e l'incidenza dei materiali è la medesima. Quando hai frecce sotto i piedi, può succedere di tutto, come nel superG vinto dalla snowboarder Ledecka! La medaglia di Sofia è anche un successo dello skiman che è sempre fondamentale».

Su queste piste olimpiche sarebbe andata forte, Isi?

«Confesso, mi sono detta: Se solo avessi 15 anni meno.... Se la pista della Corea del Sud fosse stata nel circuito ai miei tempi, sarebbe stata fra le mie preferite: curvoni lunghi, non troppo ripide. Eh, peccato aver smesso...».

Dopo tante medaglie sugli sci si può davvero cambiare vita e fare altro?

«A me è successo: sono passata dall'essere ospitata negli alberghi di tutto il mondo ad essere io quella che ospita nel nostro albergo».

Che consiglio darebbe allora a Sofia neo olimpionica?

«Di prendere atto che da oggi la sua vita cambia. Ma è ancora in lizza per la coppa di specialità: resti concentrata e si goda poi, fra un mese, tutto il contorno che comporta una vittoria così».

Dove tiene le sue medaglie?

«Dopo la ristrutturazione dell'hotel, abbiamo fatto una bacheca, così le vedono tutti».

Sofia sognava da bimba di vincere i Giochi, lei ha tre bimbi: si può insegnare a vincere oltre che a sciare?

«Ai miei bimbi ho insegnato io: il maggiore è competitivo, il secondo meno (il terzo grida in sottofondo i suoi 15 mesi, ndr). Dipende dalla voglia di imparare.

Se c'è cresce il campione».

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