Chelsea sempre re di coppe Benfica, maledizione continua

Torres e Ivanovic regalano un'altra coppa a Benitez prima dell'addio. La maledizione di Béla Guttmann colpisce ancora: ennesima finale stregata per i portoghesi

Chelsea sempre re di coppe Benfica, maledizione continua

Ancora una volta Rafa Benitez prende la Coppa e saluta. Fu così prima del Natale 2010 con l'Inter quando vinse il Mondiale per club, è accaduto ieri in Olanda con la vittoria dell'Europa League e il divorzio annunciato con il Chelsea. È la zuccata del difensore Branislav Ivanovic sui titoli di coda ad allungare la maledizione del Benfica, da 51 anni a mani vuote in Europa, e a scrivere il destino da vincente con la valigia del tecnico spagnolo. I portoghesi danno tutto contro un avversario sicuramente più quotato, ma in quattro giorni vedono sfumare al 93' titolo lusitano e Champions League.

Nel gran bazar dell'Amsterdam ArenA, dove si esibiscono alcuni dei possibili protagonisti del prossimo calciomercato (tecnici compresi), i riflettori si accendono su quelli più attesi. In una strana finale, dove il Benfica fa la partita perchè sembra avere più benzina e il Chelsea resta spesso a guardare, capitalizzando due delle quattro occasioni da gol avute, arrivano i guizzi del «Nino» Torres e del «Tacuara» Cardozo: lo spagnolo regala la sua classica azione da gol (progressione in area e dribbling sul portiere) che negli ultimi anni gli riusciva pochissimo; il paraguaiano trasforma con freddezza un rigore pesante nonostante i crampi.
Ma a pochi passi dal supplementare, che sembrava ormai scontato quando l'incrocio dei pali respingeva il tiro mirato di Lampard, è arrivato il colpo di testa di Ivanovic a sancire l'impresa del Chelsea. Quasi irripetibile: due Coppe diverse conquistate in due stagioni consecutive e soprattutto con lo strano primato di bicampione in carica (almeno per altri nove giorni, quando a Londra si sfideranno Bayern Monaco e Borussia Dortmund, il Chelsea sarà ancora la proprietaria anche della Coppa dalle grandi orecchie). I Blues entrano infine nell'élite europea, diventando la quinta squadra in Europa ad aver vinto tutti i tre trofei continentali.

«È stata una grandissima vittoria, la squadra meritava un momento del genere dopo una stagione difficile per noi - così il match winner -. Il Benfica ha giocato molto bene, alla fine siamo riusciti a segnare grazie a un corner». Grande fair play alla fine dopo una partita correttissima: Benitez cerca di consolare il collega Jorge Jesus (nemmeno il suo nome così importante è riuscito a spezzare il tabù europeo dei lusitani...), i giocatori del Chelsea fanno lo stesso con gli avversari, tra cui il portiere Artur, che perde la seconda finale di Europa League dopo quella giocata con lo Sporting Braga.

L'ex milanista Patrick Kluivert, «ambasciatore» della finale, apre la serata di gala. C'è aria di tanti divorzi sull'asse Londra-Lisbona, a cominciare dai due tecnici: sia Rafa Benitez che Jorge Jesus, alla vigilia della finale di Europa League, conoscevano già il proprio destino. Lo spagnolo lascerà i Blues (dove non è stato mai amato anche per la sua militanza nel Liverpool) ed è nella lista del patron del Napoli De Laurentiis se non convincerà Mazzarri (ci ha provato anche ieri sera) a restare, ma almeno si sarà tolto la soddisfazione di vincere uno dei tre trofei nei quali era arrivato in finale. Il portoghese, giunto alla soglia dei 60 anni, si dice pronto ad affrontare un'avventura fuori dal suo paese.

Lui ama il gioco inglese e il sogno è la Premier League, ma si accontenterebbe anche di una panchina di livello (leggi di una squadra che lotta per la promozione) in Championship, la seconda serie del campionato d'oltremanica.
Benitez ringrazia prima il suo fedelissimo Torres (era con lui al Liverpool e lo ha rilanciato a Londra) poi il difensore Ivanovic ed alza la Coppa con il sorriso. Amaro, da oggi penserà al suo futuro altrove.

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