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Chiellini, la miglior difesa pensa anche all'attacco

"Nella mia carriera meritavo una rivincita sulla Spagna. Che soddisfazione. Ma è merito di tutti"

Chiellini, la miglior difesa pensa anche all'attacco

Fino a ieri ce l'invidiavano perché è la miglior difesa dell'Europeo. Normale, ha tenuto a secco il Belgio, messo la museruola a Ibra e adesso preso a schiaffi, si fa dire, anche la Spagna. Adesso c'è una ragione in più. Il gol e Giorgio Chiellini sono due compagni di scuola che si conoscono bene, non frequentano gli stessi corsi, ma si incrociano spesso. L'ultimo incontro ieri, e non è per niente fortuito.

In un primo tempo che l'Italia stava dominando senza riuscire a concretizzare le occasioni create fin dai primissimi istanti di gioco, è stato il guizzo del Chiello a lanciare gli azzurri verso un quarto di finale, bello e meritatissimo. Un movimento da giocatore esperto, padrone delle aree di rigore e che la prima cosa da fare su una punizione dal limite è stare attenti alla ribattuta. In barriera, a fianco proprio di Chiellini e Pellé, che apre un varco. Ci sono Fabregas, Nolito, Morata, Ramos e Piqué, gli ultimi due non sono certo gli ultimi arrivati per sbrigare le situazioni calde nell'area di rigore, ma il più rapido a capire dove va il pallone conteso da Giaccherini a De Gea è proprio Chiello.

Che dopo il gol si batte forte il petto, come sempre, ma questa volta l'eco del gorilla è più forte, assordante. È un rumore di rivincita per lui che è uno dei veterani di questa nazionale, ma non faceva parte del gruppo mondiale e che da 8 anni quando incontra la Spagna va fuori. "Penso che nella mia carriera internazionale mi meritassi una rivincita sulla Spagna. Ora una piccola soddisfazione me la sono tolta". Dixit Chiello. Piccola se si pensa a quanta strada deve ancora fare questa Italia per poter continuare a credere, ma gigante perché il gol che spiana la strada azzurra conferma che la vera forza di questa squadra è nel reparto arretrato. Non è un caso se il terzo marcatore azzurro tra i convocati nell'era di Conte è proprio lui (dietro a Pellè e Candreva), con la Spagna ha messo il 7° centro (come Pellé, davanti guida De Rossi a 18, l'ultimo era dell'ottobre 2014, contro l'Azerbaigian a Palermo. Quella sera fece una doppietta, e anche un autogol.

Che per il centrale bianconero sia una gara particolare si capisce già dai primi minuti quando dalle sue parti si avventura, ingenuamente, Morata. Il bentornato è di quelli che si ricordano e fanno male, e fanno capire all'ormai ex compagno che sarà meglio andare a cercare fortuna altrove. Ne troverà poca tra Bonucci, premiato dall'Uefa come migliore in campo, e Barzagli. Stessa sorte anche per Silva, Fabregas e Nolito, in pratica tutto il terminale offensivo spagnolo che ha costretto Buffon al super lavoro solo nei minuti finali. Ma Chiellini spartisce i meriti della BBC con tutti i compagni: "Il merito è di tutti, di una squadra che non si è solo chiusa in difesa abbiamo obbligato a rimanere lontano giocatori di qualità come Iniesta e gli altri". Cattivo, insuperabile e anche modesto. Uomo copertina di questa Italia che continua ad andare al di là dei propri limiti e convince anche gli scettici.

Anche la Germania è avvisata.

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